Premessa (leggere, è importante!)
Questa guida è per Ubuntu 24.04.x. Se volete ancora stare con la 22.04, questa è la guida (non più supportata) per Ubuntu 22.04 supercompleta. Ubuntu 24.04 supporta Wayland di default per la gestione della grafica. Per sapere cos’è Wayland vi consiglio l’ottimo video di Morrolinux che ne parla: https://www.youtube.com/watch?v=p31-l7wFkKk (tenete comunque conto del fatto che, da quando è uscito quel video, Nvidia è riuscita a scrivere dei driver che la fanno funzionare senza problemi con Wayland).
I metodi di installazione – per capirci qualcosa
Chi è abituato a Windows pensa che i programmi si installino cercando un file .exe di installazione da scaricare da qualche parte e poi lanciare. Ubuntu invece funziona un po’ come Android o come gli iPhone: c’è una sorta di Play Store o di AppStore in cui cercare quello che ci interessa, e sarà il sistema che si occuperà di scaricare e installare i programmi. O meglio: Ubuntu funziona anche con questo metodo, anzi ultimamente i modi di installare i programmi sono diventati davvero un po’ troppi e la cosa è alquanto fastidiosa. Ci si chiede subito perché non c’è un sistema unico di installazione ma la risposta è sempre la stessa: è il bello della libertà. Sì perché in realtà Ubuntu avrebbe il suo sistema specifico e “unico” di installazione, che si chiama snap. Ma ognuno può scrivere software e alcuni lo scrivono per essere installato in un modo, altri in un altro, e come snap non si trova ancora quasi nulla costantemente aggiornato all’ultima versione stabile. Vediamo quali sono i metodi più usati per installare applicazioni su Ubuntu, perché in questa guida li useremo parecchio:
File di installazione Debian
È l’equivalente dei file Setup.exe su Windows. Hanno estensione .deb, si scaricano singolarmente, e lanciandoli da amministratore si installano nel sistema. Per lanciare questi installatori useremo un’applicazione grafica che si chiama GDebi. Questo sistema è fortemente sconsigliato perché pacchetti scritti per altre distribuzioni o versioni, o pacchetti obsoleti creano spesso conflitti e instabilità. Inoltre non si aggiornano automaticamente quando esce una nuova versione del programma.
Apt
Apt funziona come una sorta di App Store per pacchetti .deb certificati per Debian (la distribuzione classica da cui deriva Ubuntu). Quando noi diciamo ad Apt di installare un’applicazione lui va a cercarla in alcuni posti dove ci sono molte applicazioni, e se la trova la scarica e la installa. Questi posti in informatica si chiamano repository e possono essere su internet o anche in rete o sul nostro stesso PC. Nel caso di Apt i repository si chiamano PPA, sono pieni di pacchetti .deb e su Ubuntu sono certificati da Canonical (la ditta che rilascia Ubuntu), e sono in remoto. In realtà possiamo anche aggiungere dei PPA non certificati da Canonical, a nostro rischio e pericolo. Qualche esempio di comando Apt, tenendo conto che “sudo” significa “tutto quello che segue fallo da amministratore”:
apt-cache search blender
→ Cerca nei repository il programma “Blender”
sudo apt install blender
→ Installa il programma “Blender”
sudo apt remove blender
→ Disinstalla il programma “Blender”
sudo add-apt-repository ppa:libreoffice/ppa
→ Aggiungi tra i repository il PPA di Libreoffice
sudo apt update
→ Aggiorna l’elenco di tutte le app disponibili nei repository
sudo apt full-upgrade
→ Se ci sono dei programmi più nuovi nei repository rispetto alle versioni installate, aggiornali tutti
Snap
Funziona più o meno come Apt, ma le applicazioni installate con questo metodo sono certificate da Canonical, e sono “sandboxed”, cioè se ne stanno da sole nel loro ambiente senza vedere tutto il resto e per vedere al di fuori del proprio ambiente per interfacciarsi con altre applicazioni vanno “connesse” ad appositi sistemi in fase di installazione. Hanno il vantaggio di essere certificati, di essere molto sicuri e di non rischiare mai installazioni che compromettano il sistema. Hanno lo svantaggio di essere un sistema sostanzialmente proprietario su cui Canonical ha il completo controllo, di occupare un po’ più spazio su disco, di far fatica ad affermarsi nel mondo Linux essendo qualcosa molto specifica di Ubuntu, di dare problemi di interfacciamento con applicazioni installate con altri metodi. Anche per snap ci sono comandi simili:
snap search blender
→ Cerca tra gli snap il programma “Blender”
sudo snap install blender
→ Installa il programma “Blender”
sudo snap remove blender
→ Disinstalla il programma “Blender”
sudo snap refresh
→ Se ci sono dei programmi più nuovi nei repository rispetto alle versioni installate, aggiornali tutti
Flatpak
Più o meno come snap, ma molto più sandboxed (non vedono nulla che stia fuori dalla propria cartella utente, tranne eccezioni, e comunque c’è un’applicazione per forzare i permessi) e però molto più libero, non essendoci alcuna ditta di mezzo. Si può fare tutto senza “sudo”, l’unica differenza è che le applicazioni sono visibili a tutti gli utenti del sistema o solo a uno. I comandi principali sono:
flatpak search blender
→ Cerca l’applicazione “Blender” e il suo nome Flatpak
flatpak install org.blender.Blender
→ Installa l’applicazione “Blender”, il cui nome flatpak abbiamo ottenuto con il comando flatpak search
flatpak uninstall org.blender.Blender
→ Disinstalla l’applicazione “Blender”, il cui nome flatpak abbiamo ottenuto con il comando flatpak search
flatpak update
→ Se ci sono applicazioni aggiornabili, aggiornale
flatpak uninstall --unused
→ Disinstalla librerie non usate da alcun programma
flatpak list
→ Elenca tutti i programmi e le librerie installati con flatpak
flatpak list --app
→ Elenca tutti i programmi installati con flatpak
flatpak repair
→ Corregge eventuali errori di installazione
flatpak run org.blender.Blender
→ Lancia da terminale il programma “Blender”, il cui nome flatpak abbiamo ottenuto con il comando flatpak search
File eseguibile
Alcuni programmi si trovano sotto forma di un singolo file o singola cartella al cui interno c’è un file eseguibile. Non bisogna installare nulla, in questo caso basta fare doppio click sul file (oppure tasto destro → Esegui come programma) il programma teoricamente dovrebbe partire, se trova già installate nel sistema eventuali librerie su cui si poggia, nella versione da esso richiesta. Talvolta si trova dentro una cartella, in genere in una sottocartella chiamata “bin”, talvolta occorre dare i permessi di esecuzione al file (tasto destro sul file, Proprietà, Permessi, spunta su “Esecuzione”)
Appimage
Come sopra, ma in unico file e con dentro già tutte le librerie necessarie a farlo partire. Nel file Appimage sono compattati tutti i componenti e tutte le dipendenze necessarie a far funzionare il programma, indipendentemente dalla distribuzione su cui lo usiamo. Basta scaricare il file, che ha come estensione appunto .Appimage, lo dobbiamo rendere eseguibile (tasto destro sul file, Proprietà, Permessi, spunta su “Esecuzione”) e da lì in poi basterà farci sopra doppio click che il programma partirà. Ovviamente il software non si aggiorna automaticamente, e occorrerà controllare sul sito ufficiale da cui lo abbiamo scaricato se è uscita una nuova versione.
Java Web Start
Si tratta di programmi che vanno aperti con l’applicazione “Java Web Start” (che installiamo fra poco). Si scaricano, si scompattano e si lanciano cliccandoci sopra con il tasto destro, Apri con, IcedTea Web Start.
Compilazione
Quando troviamo un programma di cui è disponibile solo il codice (in genere compattato in un file con estensione tar) occorre trasformarlo in un eseguibile attraverso vari comandi che cambiano ogni volta (make, cmake e altro) e la cui sintassi dovrebbe trovarsi in istruzioni più o meno chiare che accompagnano il codice stesso. Ovviamente questo è un metodo solo per esperti, anche se è una delle cose più fondamentali dell’informatica, croce e delizia di chiunque abbia mai avuto anche solo pochissime esperienze di programmazione. In questa guida cercheremo di non usarlo mai, per semplicità.
Altro
Ci sono altri metodi di installazione, dipendenti sostanzialmente dal linguaggio in cui sono scritti: Python, Java, Ruby… Per ognuno vale lo stesso metodo: leggere le istruzioni e provare. In generale per Python si ricorre a una specie di Apt per programmi Python, che si chiama pip, mentre per Java esistono specifiche sintassi per lanciare ogni singolo programma. Come sopra, in questa guida cercheremo di usare tutto ciò il meno possibile.
Prime cose da fare appena installato Ubuntu 24.04
La prima cosa che ci viene chiesta è la sincronizzazione con gli account. Per quanto riguarda Google direi che ormai funziona bene tutto, tranne il difetto per cui il computer tende a finire la RAM per la copia di file di grandissime dimensioni. Quindi consiglio di inserire già qui le proprie credenziali Google per ritrovarsi avvisi di email e calendario, rubrica, e soprattutto cartelle di Google Drive già nel file manager. Si può anche scegliere “Salta” e provare più tardi, basta andare su Impostazioni → Account.
Personalizzazione del desktop
Andando su Impostazioni (iconcine in alto a destra, poi una rotellina) → “Aspetto” e “Ubuntu Desktop”, è possibile personalizzare molto il desktop. Io in particolare lascio la dock sulla sinistra ma la preferisco “flottante” (Modalità pannello: off) e imposto il tema Dark. Poi tolgo dalla dock molte cose che non mi servono (tasto destro → Sblocca). Per aggiungere icone alla dock basta premere sul menu (o premere il tasto Super sulla tastiera), digitare il nome dell’applicazione, e una volta trovata andarci sopra col tasto destro e scegliere “Blocca sulla dash”. Consiglio di aggiungere perlomeno il terminale e la calcolatrice.
Preparazione del sistema
Dal menu cercare “Software e aggiornamenti” e controllare queste cose:
- Software per Ubuntu: le prime quattro caselle selezionate
- Cambiate “Server in Italia” in “Server Principale” (i server in Italia purtroppo ogni tanto sono irraggiungibili…)
- Driver aggiuntivi: attendere che il sistema trovi eventuali periferiche. Se non ne trova, uscire, altrimenti valutare se è il caso di installare il driver. Se la periferica funziona già, io tendenzialmente non installerei il driver proprietario. Se si tratta di una scheda Nvidia invece è meglio il driver “raccomandato” o “testato” proprietario.
In questo modo abbiamo preparato il sistema agli aggiornamenti. Se è stato installato un driver proprietario, sarà probabilmente necessario riavviare, ma lo faremo tra poco, non importa riavviare subito
Aggiunta di PPA esterni
Non sono molti i programmi che installeremo con Apt, ma tra questi c’è la suite di LibreOffice, che per essere sempre aggiornata richiede l’aggiunta di un repository ufficiale perfettamente funzionante con Ubuntu. Per aggiungerlo aprire il terminale e digitare:
sudo add-apt-repository ppa:libreoffice/ppa
Quindi premere Invio quando lo chiede. Anche più sotto, stessa cosa.
Quelli per Inkscape:
sudo add-apt-repository ppa:inkscape.dev/stable
Se servono altri PPA aggiuntivi, man mano che servirà, li aggiungerò in questa sezione.
Per toglierli o vedere quali sono installati, basta lanciare “Software e aggiornamenti” e andare nella scheda “Altro software”
Aggiornamento del sistema
Ora occorre aggiornare il sistema. Con questo unico comando è possibile ora aggiornare tutte le componenti del sistema operativo e anche tutto il software installato:
sudo apt update && sudo apt full-upgrade -y && sudo snap refresh
Installazione delle applicazioni di sistema
Installiamo ora una serie di applicazioni che è meglio installare con Apt, in modo che siano viste da tutto il sistema. Vi capiterà con ogni probabilità di usarle, anche solo per farne funzionare altre, quindi vi consiglio di installarle tutte. Di facoltativo, cioè da installare solo se sapete cosa sono e le usate, ci sono solo Virt Manager per le macchine virtuali e le librerie per l’immissione delle lingue asiatiche. Il resto installatelo sempre, ve lo raccomando.
Prima infornata di applicazioni (con Apt)
Eventualmente saltate quelle che non ritenete che userete mai, ma sono molto piccole e non ha molto senso privarsene quando è decisamente possibile che prima o poi vi servano:
Alacarte – Per modificare il menu e creare i launcher delle applicazioni
Brasero – Serve per scrivere sui CD e DVD
Curl – Serve per far funzionare e installare altri programmi
dconf-editor – Serve per personalizzare finemente tutte le impostazioni del desktop manager
Default-jre – È Java, serve per far funzionare altri programmi
exfat-fuse – È solo un componente del sistema che rende compatibile il filesystem exFat con tutti i programmi, anche in scrittura e formattazione
Ffmpeg – Comando che fa quasi tutto il possibile in ambito multimediale. È usato da quasi tutti i programmi.
Filezilla – È un client FTP
Flatpak – Serve per installare altri programmi che vedremo in seguito
Fluid Soundfonts – Serve per suonare i MIDI file
Crosextra Fonts – Sono caratteri simili a quelli usati da Windows 10 e 11, per compatibilità con certi documenti e siti
Shell Extensions – Serve per aggiungere elementi al pannello
Gdebi – Per installare graficamente i pacchetti .deb
Geany – Un editor di testo molto avanzato, ma anche una IDE per programmatori
Gir1.2 – Librerie necessarie per far funzionare Gnome System Monitor
Gnome Software – Serve per gestire graficamente i programmi installati con apt, snap e flatpak. Più che altro per consultare, dacché alcune cose non funzionano, come la disinstallazione…
Gnome Subtitles – Vecchio software per gestire i sottotitoli srt, manca di molte funzioni ma per certe cose è ancora molto comodo
Gnome System Monitor – Un applet che installeremo sulla barra in alto per tenere sempre monitorate le temperature e l’uso del PC e di periferiche a esso collegate
Gnome System Tools – Elementi del sistema operativo fondamentali come il gestore di dischi, il creatore di chiavette USB avviabili, l’installatore di caratteri e molto altro
Gnome Tweaks – È il programma “Personalizzazioni” che ci permetterà di cambiare qualche impostazione aggiuntiva, come ridurre la dimensione dei caratteri e molto altro
GParted – Per gestire le partizioni e le formattazioni
GThumb – Gestore e browser di immagini e fotografie potente e veloce
ibus-kkc – Supporto per l’immissione della lingua giapponese
ibus-hangul – Supporto per l’immissione della lingua coreana
ibus-libpinyin – Supporto per l’immissione della lingua cinese
ICC-profiles – Questo rende disponibili a livello di sistema (nella cartella /usr/share/color/icc) i profili colore per la stampa in tipografia dei vostri documenti.
IcedTea – Serve per lanciare alcuni programmi in Java
Inkscape – Straordinario programma di grafica vettoriale, simile ad Adobe Illustrator
libdvd – Per leggere i DVD comprati, originali
Libreoffice – Suite completa per ufficio
Net Tools – Comandi che vi serviranno quando comincerete a interrogarvi sul funzionamento della rete e degli apparecchi in rete
P7zip – Software per compattare e scompattare nello standard 7zip
Pavucontrol – Mixer audio di sistema, molto dettagliato. Consiglio di metterlo nella dock tra i preferiti
Plocate – Per cercare e trovare file da terminale
ppa-purge – Per cancellare un PPA e tutti i programmi installati da esso
pipx – Per installare programmi in Python
pulseaudio-utils – Utility che può servire per controllare le impostazioni dell’audio
soundconverter – Per convertire formati audio
synaptic – Per gestire graficamente i pacchetti Apt
ubuntu-restricted-extras – Per installare alcune cose non libere ma spesso richieste per compatibilità (font MS, qualche codec…)
unrar – Per scompattare archivi Rar
virt-manager – Gestore di macchine virtuali
VLC – Il lettore multimediale più celebre e usato
Wine – Per far girare alcuni programmi di Windows nativamente su Linux
Wireguard – Un client VPN molto diffuso
Per installare tutto ciò:
sudo apt install -y \
alacarte \
brasero \
curl \
dconf-editor \
default-jre \
exfat-fuse \
ffmpeg \
filezilla \
flatpak \
fluid-soundfont-gm \
fluid-soundfont-gs \
fonts-crosextra-caladea \
fonts-crosextra-carlito \
gdebi \
geany \
gnome-shell-extensions \
gnome-subtitles \
gnome-tweaks \
gparted \
gthumb \
ibus-hangul ibus-kkc ibus-libpinyin \
icc-profiles \
icedtea-netx \
inkscape \
libdvd-pkg \
libreoffice \
net-tools \
p7zip p7zip-full p7zip-rar \
plocate \
ppa-purge \
pipx \
pulseaudio-utils \
soundconverter \
synaptic \
ubuntu-restricted-extras \
virt-manager \
vlc \
wine \
wireguard
Vi chiederà di confermare alcune cose nel terminale: per spostarsi e selezionare i vari “OK”, “Yes” e “Sì” basta usare le frecce sulla tastiera e il tasto invio per confermare.
Se dà errore di scaricamento file mentre sta installando i font, correggere così:
sudo dpkg-reconfigure ttf-mscorefonts-installer
infine:
sudo apt install -f
Qualche ritocco prima del riavvio
- Ora che abbiamo installato Gnome Tweaks, già che ci siamo, se pensiamo che tutto sia un po’ troppo grande, possiamo ridurre i dpi (dot per inch = punti per pollice) dei caratteri e quindi di tutta la grafica. Basta aprire (sempre dal menu) “Personalizzazioni”, andare su “Tipi di carattere” e impostare un fattore di scala minore di uno. Consiglio: basta 0,9
- Ora che abbiamo installato il programma che permette di leggere i DVD originali, occorre configurarlo:
sudo dpkg-reconfigure libdvd-pkg
- Ora che abbiamo installato flatpak, bisogna aggiungerne i repository:
sudo flatpak remote-add --if-not-exists flathub https://flathub.org/repo/flathub.flatpakrepo
- Se si vuole usare Pipewire per l’audio:
sudo apt install ubuntustudio-pipewire-config
Per tornare a prima:
sudo apt install ubuntustudio-pulseaudio-config
- Se avete una scheda Nvidia ibrida, aprite NVIDIA X Server Settings e modificate così:
PRIME Profiles: Performance mode
Perché tutte queste modifiche abbiano luogo, è giunto il momento di…
Riavviare il sistema
Basta andare in alto a destra e cliccare, Spegni/Termina, Riavvia…
Oppure si può aprire il terminale e scrivere:
sudo reboot
Altre applicazioni
Veniamo ora ad altre applicazioni, installabili solo dopo il primo riavvio. Una buona metà sono dei must have, e se io stessi provando Ubuntu per la prima volta le installerei tutte, giusto per provare. Chi già conosce, può scegliere quali installare e quali no, e passare a quella successiva.
Un’altra infornata di applicazioni con Flatpak
Ora che abbiamo installato flatpak e altri gestori di pacchetti, è giunta l’ora di installare molte altre applicazioni che potreste usare per i vostri hobby, lavoro e molto altro. Cominciamo da quelle con Flatpak, precedute da una descrizione (scegliete poi voi nel comando cosa installare e cosa no). Nel comando non importa mettere “sudo”, le applicazioni si installano solo per il vostro utente. Usiamo flatpak perché rimarranno sempre aggiornate all’ultimissima versione stabile senza far conflitto con altre cose installate nel sistema, e sono applicazioni che non necessitano di leggere file al di fuori della vostra cartella utente. Se aveste bisogno di leggere al di fuori della cartella utente, nessun problema, c’è un’app che vedremo in seguito per cambiare i permessi alle applicazioni flatpak.
Flash Player Projector – Se avete vecchi file di animazioni o quant’altro scritto in Flash, questa app permette di aprire in sola lettura tali file
Calibre – Vi permette di leggere e-book e gestire una libreria
Flatseal – È l’applicazione che vi permette di cambiare i permessi alle altre applicazioni installate con Flatpak
Video Downloader – È un semplice software per scaricare video o audio dai siti, soprattutto Youtube. Se non funziona, usare l’estensione Videodownload Helper per Firefox
Xournal++ – Migliore strumento per annotare PDF che io conosca
Flash Decompiler – Permette di risalire al codice dei file binari scritti in Flash, per poterli modificare
OBS Studio – Per fare le dirette sulle piattaforme di streaming e i social network
Spotify – È l’app di Spotify. Tenete però conto che funziona benissimo lo stesso anche senza, direttamente nel browser
Sweet Home 3D – Crea la tua casa in 3D partendo dalla piantina. Ha una collezione molto ampia di mobili e accessori. Il render non è eccezionale ma si può esportare in Blender e allora…
Handbrake – Convertitore e compressore di file video. Se seguite la mia guida sulla produzione video, dovete installarlo altrimenti alcuni profili di transcodifica non funzioneranno
Scribus – Straordinario programma di publishing, equivalente ad Adobe InDesign o Illustrator e con quadricromia nativa
Drumstick MIDI Player – Lettore di file MIDI con karaoke. L’equivalente di VanBasco, per chi lo conosce, ma così non bisogna scomodare wine.
Losslesscut – Programma velocissimo e semplice per tagliare file video, o estrarre parti di video, senza ricodificare.
Audacity – Semplice editor di file audio.
MKV Toolnix GUI – Permette di prendere un file mkv ed estrarne solo l’audio o solo il video o singole tracce video o audio, sottotitoli ecc. Permette anche l’operazione inversa, senza rifare l’encoding e quindi senza perdita di dati
FreeCAD – Un CAD molto buono, che apre e scrive anche i file dxf
Kdenlive – Il video editor libero migliore che ci sia. Siamo a livelli di Adobe Premiere, quasi
Krita – Come Gimp ma più simile come interfaccia a Photoshop, e ha anche la quadricromia nativa. Però fa meno cose di Photoshop e Gimp per il fotoritocco, essendo nato soprattutto per il disegno pittorico. Infatti se avete una tavoletta grafica ha funzioni che lo stesso Photoshop si sogna
MyPaint – Semplice e utilissimo programma per disegni e schizzi se avete una tavoletta grafica
JOSM – Permette di modificare le mappe di OpenStreetMap. Se non siete mappatori, non installatela. Per saperne di più, c’è la mia guida sulle mappe gratis per navigatori.
Openshot – Programma di video edit molto semplice. Poco potente ma molto facile da usare.
Gimp – Equivalente di Adobe Photoshop ma purtroppo ancora senza quadricromia nativa. Fa un po’ tutto quello che fa Photoshop ma in maniera diversa, grazie ai vari plugin aggiuntivi che si installano
flatpak install -y \
com.adobe.Flash-Player-Projector \
com.calibre_ebook.calibre \
com.github.tchx84.Flatseal \
com.github.unrud.VideoDownloader \
com.github.xournalpp.xournalpp \
com.jpexs.decompiler.flash \
com.obsproject.Studio com.obsproject.Studio.Plugin.waveform com.obsproject.Studio.Plugin.MoveTransition com.obsproject.Studio.Plugin.TransitionTable \
com.spotify.Client \
com.sweethome3d.Sweethome3d \
fr.handbrake.ghb \
net.scribus.Scribus \
net.sourceforge.dmidiplayer \
no.mifi.losslesscut \
org.audacityteam.Audacity \
org.bunkus.mkvtoolnix-gui \
org.freecadweb.FreeCAD \
org.kde.kdenlive \
org.kde.krita \
org.mypaint.MyPaint \
org.openstreetmap.josm \
org.openshot.OpenShot \
org.gimp.GIMP org.gimp.GIMP.Manual org.gimp.GIMP.Plugin.BIMP org.gimp.GIMP.Plugin.FocusBlur org.gimp.GIMP.Plugin.Fourier org.gimp.GIMP.Plugin.Lensfun org.gimp.GIMP.Plugin.LiquidRescale org.gimp.GIMP.Plugin.Resynthesizer org.gimp.GIMP.Plugin.GMic
Se durante l’installazione vi chiede quale versione installare, scegliete sempre quella più recente.
Wine
Se fate uso di programmi per Windows, Wine vi permette di usarne qualcuno nativamente su Linux. Non è un emulatore (il nome stesso è un acrostico ricorsivo: “Wine Is Not an Emulator”) quindi va velocissimo, ma la compatibilità è molto molto scarsa. Potete consultare se un’applicazione funziona con Wine e quali trucchi sono stati trovati per farla funzionare sul sito di Wine: https://appdb.winehq.org/
Per installare l’ultima versione e tenerla aggiornata, ecco come fare (nota: questi passaggi li potete fare anche contemporaneamente all’installazione dei pacchetti flatpak visti prima, basta aprire un altro terminale):
sudo dpkg --add-architecture i386
sudo mkdir -pm755 /etc/apt/keyrings
sudo wget -O /etc/apt/keyrings/winehq-archive.key https://dl.winehq.org/wine-builds/winehq.key
sudo wget -NP /etc/apt/sources.list.d/ https://dl.winehq.org/wine-builds/ubuntu/dists/noble/winehq-noble.sources
sudo apt update
sudo apt install --install-recommends winehq-staging
sudo apt install winetricks
Editor di testo
L’editor di testo predefinito di questa nuova versione di Ubuntu non è più Gedit, ma Gnome text Editor. Nel caso vogliate lanciarlo da terminale invece di usare per esempio “nano”, si fa così:
gnome-text-editor
Trovo molto fastidioso il controllo ortografico di default. Per disattivarlo:
gsettings set org.gnome.TextEditor spellcheck false
Ubuntu Pro
Per essere sempre aggiornati, occorre registrarsi gratuitamente e aderire a Ubuntu Pro. Per farlo basta andare su “Software e aggiornamenti” e attivare alla voce “Ubuntu Pro”.
Chrome, estensioni e System Monitor
Occorre prima scaricare il pacchetto .deb da qua: https://www.google.com/intl/it_it/chrome/
Per installarlo, andateci su con il tasto destro e scegliete “Apri con altra applicazione” e quindi fate doppio click su “Gdebi”. Vi si aprirà Gdebi, sul quale dopo una breve attesa sarà sufficiente premere sul pulsante “Installa”.
D’ora in poi Chrome si aggiornerà anche automaticamente quando daremo il comando per aggiornare tutto (alla fine della guida).
Come plugin consiglio:
- U-Block Origin, credo il miglior Ad-Blocker in circolazione
- Integrazione Gnome Shell, che serve per permettere l’installazione di applet sul desktop e sulla barra in alto, passando per Chrome
- New Netflix 1080p, che permette di vedere Netflix in HD (purtroppo molti servizi di streaming si basano su un protocollo DRM incompatibile con Linux, che gli impedisce la codifica in HD, ma questo plugin risolve perlomeno per Netflix. Purtroppo non si sa nulla ancora riguardo a Prime Video). Per installarlo andate su Releases a destra, scaricate l’ultimo .crx disponibile, aprite Chrome, menu, estensioni, attivate la modalità sviluppatore in alto a destra e trasvinate il .crx nella pagina delle estensioni. Per vedere se funziona, guardate qualcosa su Netflix e premete ctrl + alt sinistro + alt destro + shift + d (lo so è assurdo) così visualizzate per bene tutti i dati di stream
- Videodownload Helper, probabilmente il miglior metodo per scaricare video da un sito (ma non usatelo per favore per scaricare da dove non si può, tipo YouTube)
Se avete installato l’estensione “Integrazione Gnome Shell” ora potete installare estensioni dello stesso desktop di Ubuntu, da dentro Chrome. L’utilissimo monitor di sistema si installa semplicemente digitando nella barra degli indirizzi di Chrome:
https://extensions.gnome.org/extension/3010/system-monitor-next/
Qui è sufficiente accendere l’interruttore, e sulla barra in alto vi apparirà il System Monitor
Immissione di caratteri asiatici
Se avete installato uno o più dei pacchetti per l’immissione di lingue asiatiche nella prima parte di questa guida, dovete attivare iBus, il sistema che si occupa di gestire questo genere di cose.
Impostazioni → Tastiera → “+ Aggiungi sorgente di input” → i tre puntini verticali in fondo all’elenco → “Altro” in fondo all’elenco
Qui nell’elenco scegliete quelli che avete installato. Per il cinese il più usato è “Cinese (Pinyin intelligente)” e per il giapponese è “Giapponese (Kana Kanji)”.
In alto a destra apparirà una piccola icona “it” con cui passare da un sistema di immissione all’altro, anche premendo semplicemente Super+Spazio.
Ma non è finita: il miglior font per il cinese si chiama “Fandol” ma stranamente non c’è nei repository, per quanto open source e facente parte di Latex. Installare tutto texlive (Latex) se non lo dovete usare non è il massimo, quindi potete scaricare il font da qui: https://ctan.org/tex-archive/fonts/fandol
Sono dei singoli file .otf che si installano con un doppio click dopo averli scaricati. Ci sono i set serif, sans serif e anche calligrafici, e sono compresi sia i caratteri semplificati che quelli tradizionali nello stesso font.
Per compatibilità con alcuni documenti cinesi, potete scaricare KaiTi che è solo semplificato e calligrafico ma molto usato in Cina su Windows: https://fontsgeek.com/kaiti-font
OBS Studio
L’accelerazione grafica per le dirette e la registrazione si attiva andando su Impostazioni → Uscita → Avanzate → Codifica. Qui, selezionate un sistema di accelerazione grafica relativo alla vostra scheda (nel caso di Intel e AMD, si chiama FFMPEG VAAPI, mentre per Nvidia ci sono quelle con il nome NVENC). L’uso di CPU scenderà drasticamente. Ovviamente occorre aver installato i driver della scheda video, credo il più delle volte proprietari.
SpeedTest by OOkla
curl -s https://packagecloud.io/install/repositories/ookla/speedtest-cli/script.deb.sh | sudo bash
sudo nano /etc/apt/sources.list.d/ookla_speedtest-cli.list
→ sostituire noble con focal in entrambe le righe, salvare e chiudere
sudo apt update
sudo apt install speedtest
Per usarlo basta scrivere nel terminale:
speedtest
Oppure se si conosce il codice di un server in particolare basta usare -s. Per esempio:
speedtest -s 11427
Controllo remoto
Esiste un programma uguale a PC Anywhere o Teamviewer, ma senza limitazioni e pure libero / open source! SI chiama RustDesk e potete usare i server pubblici ma volendo potete anche fare da server personalmente:
https://rustdesk.com/
Vi scaricate il .deb e lo installate con Gdebi. Poi l’interfaccia grafica è simile a Teamviewer.
Ancora altre applicazioni
Oltre che da Apt e da Flatpak, ci sono altre applicazioni che possiamo installare con altri metodi.
-
- Spotdl – È un programma che si usa da riga di comando, si installa con pip, il comando per installare programmi scritti in Python, e serve per trovare su Youtube i file audio ufficiali di una playlist Spotify o di un link Spotify che voi gli date. Lui si occupa di trovare l’audio corrispondente su Youtube e di scaricarlo nella qualità massima. Per installarlo basta aprire il terminale e digitare:
pipx install spotdl
- System monitor – Chrome → Estensioni → Integrazione con Gnome Shell
– System Monitor Next - Slowmovideo – Permette di rallentare un video con il cosiddetto “Optical flow”, cioè indovinando i fotogrammi intermedi per rendere più fluido il rallentamento. È un’Appimage perciò basta scaricare il file, dargli i permessi di esecuzione e lanciarla con un semplice doppio click:
https://github.com/slowmoVideo/slowmoVideo/releases - Shotcut – Altro editor video. Potente e semplice, non è potente come Kdenlive ma se la cava. È utile perché è molto documentato su YouTube anche in italiano, ed è identico per Windows e Mac. Questo si installa con snap:
sudo snap install shotcut --classic
- Krita aggiornato – Se volete avere Krita aggiornato all’ultimissima versione, quella che abbiamo installato con Flatpak ci mette qualche settimana ad aggiornarsi quindi occorre scaricare l’Appimage da qui: https://krita.org/en/download/krita-desktop/
- Darktable – Equivalente di Adobe Lightroom, serve soprattutto per gestire le immagini raw della vostra fotocamera. La versione da flatpak non vede l’accelerazione grafica, la versione nei repository è piuttosto obsoleta. Occorre perciò scaricare il deb e installarlo con GDebi da qui: https://software.opensuse.org/download.html?project=graphics:darktable&package=darktable
- Quickemu – Se volete installare velocemente macchine virtuali, potete installare Quickemu così:
sudo add-apt-repository ppa:flexiondotorg/quickemu -y
sudo apt install quickemu spice-vdagent spice-webdavd
Poi per installare per esempio una Ubuntu virtualizzata:
quickget ubuntu 24.04
quickemu --vm ubuntu-24.04.conf --display spice
Oppure Windows 11:
quickget windows 11 "Italian"
quickemu --vm windows-11.conf --display spice
Qui si trovano tutte le istruzioni: https://github.com/quickemu-project/quickemu?tab=readme-ov-file
Se volete ingrandire il disco di sistema della vostra macchina virtuale, fate così: prima di tutto spegnete la macchina virtuale, poi andate nella cartella della macchina virtuale col terminale, dove c’è il file disk.cow2 e se per esempio volete aumentare di 25GB scrivete:
sudo qemu-img info disk.qcow2
sudo qemu-img resize disk.qcow2 +25G
sudo modprobe nbd max_part=10
sudo qemu-nbd -c /dev/nbd0 disk.qcow2
sudo gparted /dev/nbd0
Vi si apre Gparted, da cui farete l’espansione del disco. Terminata l’operazione, smontate il disco così:
sudo qemu-nbd -d /dev/nbd0
- Blender – Software di modellazione 3D, effetti speciali, compositing e quant’altro, usato anche a Hollywood per… tutto. Su Youtube esistono corsi per principianti e anche per super esperti. Saperlo usare bene tutto equivale a laurearsi e pure fare il dottorato, come quantità di nozioni e concetti da imparare ed esercizio quotidiano, ma ne vale la pena, ve lo assicuro. Non ha equivalenti commerciali, dato che li batte un po’ tutti, e fa tutto quello che fanno insieme applicazioni come Maya, ArchiCAD, Houdini, After Effects, Nuke, Cinema 4D e molto altro
sudo snap install blender --classic
- Spotdl – È un programma che si usa da riga di comando, si installa con pip, il comando per installare programmi scritti in Python, e serve per trovare su Youtube i file audio ufficiali di una playlist Spotify o di un link Spotify che voi gli date. Lui si occupa di trovare l’audio corrispondente su Youtube e di scaricarlo nella qualità massima. Per installarlo basta aprire il terminale e digitare:
Ultimi ritocchi e consigli per la manutenzione
Le ultime cose da fare per la vostra Ubuntu supercompleta sono:
- Le applicazioni predefinite – Ora che abbiamo installato tutte le applicazioni, bisogna dire al sistema di usarle. Basta andare in Impostazioni → Applicazioni predefinite, e scegliere Chrome o Firefox come browser, VLC come Musica e Video, e Gthumb per le fotografie
- Per una corretta visualizzazione delle foto occorre anche configurare GThumb. Apritelo e andate sul menu (le tre linee orizzontali in alto a destra) → Ordina per → Nome → Fatto. Poi sempre sul menu → Preferenze → Generale → Miniature nel visualizzatore: sul lato
- Probabilmente non tutte le traduzioni sono state installate. Per completare l’installazione delle lingue andare su Impostazioni → Regione e lingua → Gestione lingue installate, e dire di sì se il sistema ci consiglia di installare pacchetti di traduzione incompleti
- Se avete installato Virtual Manager per le macchine virtuali, e volete il disco virtuale in un volume esterno, il programma vi darà un errore di permessi. Per risolverlo:
sudo gedit /etc/libvirt/qemu.conf
trovate queste due righe:
# user = "root"
# group = "root"
e togliete il commento, in modo che diventino:
user = "root"
group = "root"
Salvate e uscite, e poi:
sudo service libvirtd-bin restart
Manutenzione e cose da fare spesso:
- Ogni tanto, controllare se sono usciti aggiornamenti vari, installarli se ce ne sono, e pulire un po’ il sistema da file non più necessari. Per far ciò basta aprire il terminale e scrivere:
sudo apt update; sudo apt full-upgrade -y; sudo apt autoremove -y; sudo snap refresh; sudo flatpak update -y; sudo apt autoremove -y; sudo flatpak uninstall --unused -y
- Alcuni software su Wayland possono dare un difetto di visualizzazione, specie se scritti in QT, per esempio Kdenlive. Per ovviare a tale difetto basta lanciarli da terminale scrivendo questo prima del comando per lanciare l’applicazione:
QT_QPA_PLATFORM=xcb
<comando>
oppure, specie per alcuni programmi scritti in GTK:
GDK_BACKEND=x11
<comando>
(Se avete installato Kdenlive da Flatpak invece basta usare Flatseal per togliere i permessi a Kdenlive di usare Wayland, e il gioco è fatto). - Per vedere in modo veloce e intuitivo se un’applicazione è stata lanciata con Wayland o con X11, basta lanciare (è già installato di default) da terminale il comando
xprop
. Il cursore si trasforma in una X se passate sopra un’applicazione lanciata con X11, altrimenti si tratta di un’app lanciata con Wailand e passandoci sopra la freccetta del cursore non cambia. - Se lanciate molto spesso gli stessi comandi, potete inventarvi il nome di un comando semplice al posto della sfilza di comandi che dovete scrivere ogni volta. Basta impostare degli “alias”, cosa che si fa aprendo il file .bashrc (che è nascosto, nella vostra home, quindi prima di aprirlo con un qualsiasi editor di testo occorre visualizzarli, premendo Ctrl+h) e aggiungendo in fondo gli alias. Io per esempio ho questi alla fine:
alias aggiorna='sudo apt update; sudo apt full-upgrade -y; sudo apt autoremove -y; sudo snap refresh; flatpak update -y; sudo apt autoremove -y; flatpak uninstall --unused -y'
Salvare e chiudere, e poi:
source ~/.bashrc
- RAID 1
Io ho troppi file da backuppare, quindi ho comprato due dischi da 10 Tera ricondizionati, che ho messo in Raid 1 per prevenire il caso in cui uno dei due prima o poi si rompa. Raid1 significa che hai due dischi ma è come se ne avessi solo uno, il PC scrive sempre su entrambi, e appena nota qualche problema in uno dei due dischi ti avverte, così hai il tempo di comprarne uno nuovo senza perdere i dati. Per creare un RAID 1, bisogna seguire questi passi.
Prima di tutto il gestore di Raid:
sudo apt install mdadm
Poi bisogna eliminare ogni eventuale Raid preesistente. Prima di tutto quindi bisogna vedere come si chiama:
cat /proc/mdstat
Se per esempio era md0 allora prima si stoppa così:
sudo umount /dev/md0
sudo mdadm --stop /dev/md0
Poi dobbiamo vedere come si chiamano i due dischi:
lsblk -o NAME,SIZE,FSTYPE,TYPE,MOUNTPOINT
Se per esempio si chiamano sda e sdb, scrivere:
sudo mdadm --zero-superblock /dev/sda
sudo mdadm --zero-superblock /dev/sdb
poi aprire fstab così:
sudo nano /etc/fstab
e togliere tutte le righe che riguardano md0 e mdadm
Salvare e uscire poi:
sudo update-initramfs -u
A questo punto possiamo creare il raid1. Torniamo a vedere quali sono i due dischi digitando:
lsblk -o NAME,SIZE,FSTYPE,TYPE,MOUNTPOINT
se sono per esempio sda e sdb:
sudo mdadm --create --verbose /dev/md0 --level=0 --raid-devices=2 /dev/sda /dev/sdb
sudo mkfs.ext4 -F /dev/md0
Per dargli i permessi di scrittura basta usare la grafica: Ubuntu monta il disco automaticamente, aprirne la cartella, tasto destro “Apri un terminale qui”. Copiare il path completo del disco, che sarà una cosa tipo /media/ilvostroutente/numeristrani
E andarci dentro così:
cd /media/ilvostroutente/numeristrani
da qui, prenderne possesso così:
sudo chown mioutente:mioutente -R /media/mioutente/numeristrani
A questo punto il sistema comincerà un lungo lavoro di mirroring, di cui potete vedere lo stato digitando:
cat /proc/mdstat
Se volete saperne di più:
https://www.digitalocean.com/community/tutorials/how-to-create-raid-arrays-with-mdadm-on-ubuntu
Copyright: Stefano Droghetti
Licenza: Creative Commons BY-NC
Prima pubblicazione: 20 maggio 2022
Ultima modifica: 29 settembre 2024