Ubuntu 20.04 Supercompleta

Con l’uscita di Ubuntu 22.04 LTS, questa guida diventa sempre più obsoleta e meno testata. Consiglio però di installare Ubuntu 22.04 quando esce la sua prima revisione, la 20.04.1, prevista per i primi di agosto, data in cui penso che pubblicherò la versione di questa guida per Ubuntu 22.04.

Installazione e configurazione per avere Ubuntu 20.04 con tutto disponibile: audio, video, grafica.

Ho riassunto le varie guide già presenti in un’unica guida. Qui cioè teniamo l’installazione e la configurazione, nelle altre guide l’uso.

Prova e backup

La prima cosa da fare è scaricare Ubuntu 20.04, da qui: https://www.ubuntu-it.org/download

Mi raccomando, scaricate la 20.04. La 20.10, la 21.04 e la 21.10 non sono a lungo supporto, cioè significa che le potrete usare solo per 9 mesi. La 20.04 invece è a lungo supporto, il che significa che continuerà a essere supportata per anni (5 anni completamente, 7 anni compresi gli aggiornamenti di sicurezza).

Scaricherete un file .iso. A questo punto o lo mettete su DVD, usando un qualsiasi programma di masterizzazione con l’opzione “Masterizza immagine”, o lo mettete su una chiavetta USB avviabile.

Per la chiavetta USB, basta usarne da almeno 4GB e utilizzare un programma che masterizza le immagini .iso su chiavetta USB. Io consiglio Balena Etcher: https://www.balena.io/etcher/

Se siete già su Ubuntu, magari la 18.04 o altre versioni, invece di Balena Etcher potete semplicemente usare l’utilità “Creatore dischi d’avvio”. Se volete usare Balena Etcher su una distribuzione Linux, vi basta scaricare il file, che ha estensione .appimage, dargli i diritti di esecuzione (in genere tasto destro → Proprietà → Permessi → Consentire l’esecuzione del file come programma, oppure da terminale chmod +x percorso_e_nome_del_file) e farci sopra doppio click per lanciarlo.

Una volta che avrete preparato il vostro bel DVD di Ubuntu o la vostra chiavetta USB avviabile, dovete fare la cosa più difficile: dire al vostro computer di partire con il DVD o con la chiavetta USB e non con il disco rigido. Ogni computer è diverso, e quindi dovete avere un po’ di esperienza o cercare in rete, o farvi aiutare da qualcuno che l’ha già fatto. In genere basta premere un tasto funzione (F9, o F12, ma ogni PC è diverso e ognuno ha il suo tasto funzione per il boot order) all’avvio perché il PC ci chieda con quale supporto partire, in altri PC occorre andare nel BIOS (sempre con un altro tasto all’avvio, in genere Canc ma può anche essere un tasto funzione… Sono tutte informazioni che si trovano sul libretto d’istruzioni della scheda madre) e cambiare l’ordine dei dischi rigidi, o delle opzioni di boot, o entrambi; in alcuni PC occorre disabilitare il “Trusted computing” e/o “UEFI Bios” e in più bisogna andare in Windows e dirgli di fare un riavvio avanzato fino all’opzione di riavviare con un supporto USB, e così via… Insomma, questo è il lavoro più arduo e non preoccupatevi se non ci riuscite subito. Chiedete aiuto, magari al Linux User Group della città in cui vivete.

Una volta partiti con il DVD o la chiavetta USB di Ubuntu, premete subito la barra spaziatrice della tastiera per visualizzare le opzioni della lingua e con le frecce sulla tastiera scegliete Italiano e poi premete invio. Sempre con le frecce e il tasto invio scegliete “Prova Ubuntu senza installarlo” e attendete che il sistema si carichi.

Dopo un po’ di tempo vedrete il desktop di Ubuntu. Questo è un sistema molto lento perché risiede tutto sul DVD o sulla chiavetta USB, e non sul disco di sistema. Non avete installato nulla, è solo un sistema di prova. Non potete modificarlo se non temporaneamente. Ma è utilissimo perché ci potete fare tre cose fondamentali:

  1. Provarlo per vedere se tutto è compatibile
  2. Fare il backup
  3. Lanciare l’installazione di Ubuntu

Esistono migliaia di video e tutorial su come usare Ubuntu, dove sono i programmi, come si installano e così via. Se avrò tempo farò anch’io un piccolo video riassuntivo o scriverò qualcosa qui, ma per ora potete tranquillamente cercare altrove: troverete sicuramente fior di guide per neofiti sull’uso di Ubuntu. Esercitatevi sull’uso del terminale e su come installare e disinstallare le applicazioni, perché in questa guida ne faremo largo uso (si può fare tutto anche graficamente, non spaventatevi, ma col terminale alla fine è molto più veloce e semplice).

L’importate ora è che testiate la compatibilità delle vostre periferiche:

Prova connessione a internet

La cosa migliore per cominciare è connettere il PC con un cavo di rete. Se siete connessi con un cavo di rete non dovrebbero esserci problemi e dovreste già essere connessi a internet. Aprite Firefox e provate a navigare, nel dubbio.

Se invece siete su wifi, cliccate l’icona più in alto a destra che vedete e scegliete Wi-Fi → Seleziona rete, e provate a connettervi. Se non vedete alcun wifi o non riuscite a connettervi è possibile che la vostra scheda di rete Wi-Fi non sia compatibile con Ubuntu. Quindi lasciate perdere e tornate a Windows 🙁

Prova compatibilità stampante e scanner

Se avete una stampante, provate a vedere se è compatibile.

Se avete una Epson, prima aprite il terminale e scrivete:
sudo apt install printer-driver-escpr
poi battete Invio e aspettate che si scarichino e installino i pacchetti necessari. Spiegheremo più avanti perché si scrivono quelle cose nel terminale.

Andate sulle Impostazioni di Ubuntu (icona in alto a destra → Impostazioni) e scegliete “Stampanti”. Se vedete già la vostra stampante, fate una stampa di prova. Altrimenti premete “Aggiungi” e provate a vedere se ve la trova e ve la installa. Poi, provate a fare una stampa di prova.

Se qualcosa non va, forse non tutto è perduto: alcune stampanti Brother per esempio abbisognano di installazioni particolari per Linux, le cui istruzioni trovate sul sito del produttore.

Per lo scanner, lanciate il programma “Scansiona documenti” e provate a vedere se il vostro scanner viene visto dal sistema.

Backup

Siccome l’installazione vi cancellerà il disco rigido, vi conviene fare un backup delle cartelle e dei file che vi interessano.

Connettete al PC un hard disk portatile o una chiavetta abbastanza capiente. Aprite il file manager (è sulla barra a sinistra, detta “dock”, e rappresenta una cartella) e cercate il disco da backuppare. In tal modo lo “monterete”, cioè il sistema sarà in grado di usarlo. Quando montate un disco o una chiavetta USB, nell’elenco a sinistra del file manager si vede un’icona tipo “eject” in corrispondenza del dispositivo: per smontarlo poi in seguito vi basterà cliccare su questa icona, come nel Mac (su Windows c’è ancora quella cosa laboriosissima della “rimozione sicura dell’hardware”? Chiedo per un amico). Fate così anche per la chiavetta USB. Chiudete la finestra o le finestre del file manager e aprite il terminale: ora apriremo il file manager da amministratore.
sudo nautilus
Il comando “sudo” non c’entra con il surriscaldamento globale, è solo l’acronimo di “Super User DO”, ossia “quello che segue, eseguilo da amministratore”. Per la cronaca: su Linux si tende a dire “root” invece di “amministratore”. Poi c’è “Nautilus”, che è il nome del file manager di Ubuntu.
A questo punto il terminale vi darà qualche errore e protesterà, ma questo non ci deve spaventare, e soprattutto sui aprirà una finestra del file manager con diritti di amministrazione. Pardon: di root 🙂
Da qui, potete copincollare tutte le cartelle e i file che volete da un disco all’altro.
Terminato il backup, smontate il disco backuppato e il dispositivo usato per la copia, premendo sull’iconina di “eject” corrispondente ai due dispositivi, dopodiché staccate il dispositivo che avevate connesso. Ora potete chiudere prima Nautilus, poi il terminale.

Installazione

Se tutto funziona, è compatibile e così via, potete brasare via tutto e installare Ubuntu. È vivamente consigliato essere connessi a internet con un cavo di rete. Lanciate “Installa Ubuntu” e man mano che vi fa certe domande rispondete:

  • Italiano → Avanti
  • Installazione normale; selezionare “Scaricare gli aggiornamenti…” e “Installa software di terze parti…” → Avanti
  • Cancella il disco e installa Ubuntu → Installa
  • “Rome” → Avanti
  • Qui faccio un esempio, che dovrete adattare alle vostre esigenze:
    Il vostro nome: Conte Mascetti (questo sarà il nome dell’utente amministratore)
    Il nome del computer: pc-portatile-mascetti (no spazi)
    Scegliere un nome utente: contemascetti (no spazi e solo minuscole: è l’utente amministratore)
    Scegliere una password: 22come1fosse3.ViceSindaco (è importante mettere lettere maiuscole e minuscole, caratteri speciali, numeri e che sia almeno di 10 caratteri)
    Confermare la password: 22come1fosse3.ViceSindaco
    → Avanti
  • Potrebbe metterci anche solo 5 minuti, ma se il sistema o il disco rigido sono molto lenti potrebbe metterci anche tre quarti d’ora. Alla fine vi dà un messaggio di installazione terminata. Scegliete “Riavvia ora”
  • Vi compare la scritta “Please remove the installation medium, then press ENTER”. A questo punto potete staccare la chiavetta USB o espellere il DVD, e premere Invio.

Il sistema si riavvierà e vi comparirà Ubuntu. Premete sul nome utente e inserite la password decisa durante l’installazione. Benvenuti nel vostro nuovo sistema operativo!

Repository, driver e aggiornamento

Per installare i programmi, Ubuntu va a pescarli in alcuni posti, detti repository. Al primo avvio, Ubuntu non dà la possibilità di guardare anche nei repository non mantenuti da Canonical (la ditta che produce Ubuntu). Per avere tutti i programmi che vogliamo, quindi, dovremo inserire nel sistema alcuni repository aggiuntivi.

I primi repository che possiamo aggiungere sono quelli delle ditte che lavorano in partnership con Canonical. Sono repository certificati, quindi non dobbiamo aver paura ad aggiungerli. Per farlo ci serviremo di un’applicazione chiamata “Software e aggiornamenti”, che si trova cercandola nel menu delle applicazioni (il lanciatore in basso a sinistra, che assomiglia molto a quello del Mac). Da qui, già che ci siamo, installiamo eventuali driver ahimè proprietari per alcune periferiche che abbiamo, eventualmente.

– Lanciare “Software e aggiornamenti”
– Scheda “Altro Software” → Spunta su “Partner di Canonical”. Ci chiederà la password, inseriamola pure.
– Scheda “Driver aggiuntivi” → Se dopo un po’ appaiono delle opzioni, spuntare quelle raccomandate.
– Chiudi (non importa premere su “Ricarica”, lo facciamo in seguito)

Ora aggiungiamo i repository di Libreoffice, per averlo sempre aggiornato. Aprire il terminale e scrivere:
sudo add-apt-repository ppa:libreoffice/ppa

Battere invio, inserire la password (non importa se il terminale sembra non scrivere nulla) e battere invio. Il sistema chiede di battere un’altra volta invio per confermare.

Aggiungiamo anche i repository di Appimage Launcher. Le Appimages sono programmi che si scaricano e si lanciano senza installazione, ma non avendo il lanciatore e dovendo prima dar loro i permessi di esecuzione, potrebbero risultare un po’ scomode: Appimage Launcher risolve questi problemi e integra le appimage nel sistema senza dover dare alcun permesso.
sudo add-apt-repository ppa:appimagelauncher-team/stable

Infine aggiungiamo i repository di Ffmpeg e delle librerie grafiche aggiornate. Se volete una distribuzione al passo coi tempi per i programmi di grafica e video edit occorre rimanere aggiornati con questi repository:

sudo add-apt-repository ppa:savoury1/ffmpeg4

sudo add-apt-repository ppa:savoury1/graphics

sudo add-apt-repository ppa:savoury1/multimedia

Anche qui: Invio, password, Invio, Invio. A questo punto si aggiorna tutto scrivendo:
sudo apt update && sudo apt full-upgrade && sudo snap refresh
seguito da Invio. Probabilmente il sistema chiederà qualche conferma, talvolta premendo Y e talvolta premendo S sulla tastiera, seguito dal tasto Invio.

Spieghiamo un po’ il comando che abbiamo scritto prima:
sudo – come scritto prima, sta per “Super User DO”, ossia: “tutto quello che segue, eseguilo come amministratore”
apt – Apt è un gestore di pacchetti. Non è l’unico disponibile su Ubuntu, ma è sostanzialmente quel programma che si occupa di trovare i programmi nei repository, di scaricarli, di installarli ed eventualmente di trovare, scaricare e installare anche le librerie e le applicazioni che servono per far funzionare i programmi che vogliamo installare.
update – è un comando di Apt: diciamo ad Apt di andare a vedere se ci sono novità nei repository
&& – Invece di dare un comando, battere Invio, aspettare e poi dare un altro comando, possiamo legare più comandi con “&&”, in modo che eseguito un comando poi il sistema esegua il successivo.
full-upgrade – È un altro comando di Apt. Gli si dice “se il comando update ha trovato dei nuovi pacchetti, allora aggiorna tutto, che siano componenti di sistema o che siano aggiornamenti di applicazioni”
snap – Snap è un altro gestore di pacchetti. Ubuntu sta facendo un bel po’ di confusione con i gestori di pacchetti. Ha voluto sviluppare un sistema tutto suo (anche se comunque libero) per sostituirlo in futuro ad Apt, ma al momento c’è ancora troppa roba gestita da Apt e quindi i due gestori convivono. Ognuno coi suoi repository e ognuno con le sue applicazioni. Certe volte potete installare la stessa applicazione sia con apt che con snap. E ve ne trovate due, lanciabili a scelta. Spesso sono versioni diverse. In genere quella installata con snap è un po’ più aggiornata, ma non sempre. Non vi resta che cercare ogni volta e provare 🙁
refresh – È un comando di Snap, che gli fa fare esattamente quello che update + full-upgrade fanno con Apt.

Terminato l’aggiornamento, riavviare il sistema.
Da qui in poi, tutto ciò che è scritto con questa formattazione va scritto nel terminale, si batte Invio e si attende l’esecuzione.

Schede grafiche AMD

Se si ha una scheda grafica AMD o Intel, i driver open sono sufficienti per far funzionare (quasi) tutto, quindi non dovete installare nulla. L’unico problema probabilmente sarà Davinci Resolve, che affronteremo in un capitolo a parte. Anche Blender richiede l’installazione di driver aggiuntivi AMD per sfruttare l’eccelerazione hardware, ma al momento Blender non supporta schede AMD su Linux, le supporterà fra poche settimane, probabilmente per la versione 3.2, e quando lo farà cambierò questa guida.

Schede grafiche Intel

È sufficiente installare un paio di pacchetti che renderanno visibile il GPU computing su molti programmi (purtroppo Blender non ancora):

sudo apt install intel-opencl-icd beignet-opencl-icd

Schede grafiche Nvidia

Basta installare i driver da “Software e aggiornamenti” → “Driver aggiuntivi” come indicato prima.

So che per le schede ibride (Optimus) la cosa è più complicata, ma non ne possiedo (e me ne tengo alla larga) quindi sono spiacente ma su queste non ho indicazioni precise e testate 🙁

Stampanti Epson

Chi possiede una stampante Epson deve installare alcuni pacchetti che evitano di diverle installare seguendo procedure fuori standard:
sudo apt install printer-driver-escpr

Se avete una scheda sonora USB aggiuntiva

N.B.: paragrafo per esperti, saltatelo se siete alle prime armi.

Se avete una scheda sonora aggiuntiva sarebbe molto meglio disabilitare le altre. Fatelo comunque solo se avete dei problemi (programmi che scelgono sempre la scheda sonora sbagliata, o l’audio che gracchia se state usando il microfono della scheda USB e il video di una webcam che avrebbe il microfono).

Prima di tutto bisogna disabilitare la scheda integrata. Spesso infatti anche disabilitandola da BIOS il sistema la vede lo stesso. Per disattivare una o più schede, digitate:
cat /proc/asound/modules
e individuate il modulo della scheda da eliminare. Per esempio snd_hda_intel
Poi aprite il file della “lista nera”:
sudo gedit /etc/modprobe.d/blacklist.conf
E alla fine aggiungete:
# scheda sonora integrata
blacklist
nome del modulo
Per esempio:
# scheda sonora integrata
blacklist snd_hda_intel

Salvate e chiudete. Al riavvio, non vedrete più traccia di quella scheda sonora.

Se poi volete disattivare il microfono di una webcam USB allora non potete fare con il metodo suddetto, dacché sia il microfono della webcam che la scheda esterna USB hanno lo stesso nome: snd_usb_audio
In questo caso, prima di tutto individuate la webcam così:
lsusb
Non sempre c’è scritto chiaramente che è una webcam. Se non si capisce qual è, basta che facciate lsusb due volte, una con la webcam attaccata e una no, così vedete la riga diversa qual è. Nel mio caso, la riga che identifica la mia webcam (una economicissima Aukey) è questa:
Bus 002 Device 010: ID 1bcf:0215 Sunplus Innovation Technology Inc.
Dovete segnarvi bene quei due gruppi di cifre e numeri separati dai due punti. Il primo è il cosiddetto “Vendor ID”, il secondo il “Product ID”.
Create un file vuoto di regole di caricamento dei dispositivi:
sudo gedit /etc/udev/rules.d/90-blacklist-webcam-sound.rules
E dentro scrivete:
# Disables webcam audio.
SUBSYSTEM=="usb", DRIVER=="snd-usb-audio", ATTRS{idVendor}=="1bcf", ATTRS{idProduct}=="0215", ATTR{authorized}="0"
Ovviamente mettete i vostri valori al posto di quelli in rosso. Salvate, chiudete e riavviate le regole:
sudo udevadm control --reload-rules

Installazione e configurazione dei software più utilizzati comunemente

Software che non può mancare

Installiamo ora con un solo lungo comando tutte le applicazioni che ci serviranno maggiormente. Prima vediamone una breve panoramica:

gnome-shell-extensions e gnome-shell-extension-prefs ci permettono di aggiungere applet alla barra in alto o sul desktop
default-jre è il motore Java. Serve per far funzionare tutte le applicazioni scritte in Java.
icedtea-netx ci permette di far partire le applicazioni Java residenti sul web, come JOSM, e di installarle nel sistema. In genere hanno estensione jnlp.
gdebi è un programma che ci permette di gestire l’installazione di singoli pacchetti .deb scaricati da internet in maniera molto più veloce ed efficiente della lenta e poco interattiva applicazione “Ubuntu Software”
xul-ext-lightning è un pacchetto che aggiunge il calendario al vostro gestore di email, Mozilla Thunderbird
ffmpeg dovrebbe già essere installato nel sistema ma non si sa mai: è un comando da terminale che fa praticamente tutto ciò che serve in ambito multimediale. È il comando su cui si basano tutti i programmi di audio e video.
gnome-system-tools sono una serie di applicazioni molto utili che non si capisce per quale motivo non siano già presenti nel sistema appena installato. L’utilità per creare dischi di avvio, per esempio, o l’installatore di caratteri.
ubuntu-restricted-extras vi installa una serie di cosette, tra cui font e codec, che sono gratis ma non libere, e quindi non si possono mettere – per motivi legali – nell’installatore di Ubuntu. Roba tipo Flash, i caratteri di Microsoft, e così via.
synaptic è un gestore grafico di pacchetti Apt. Vi permette di installarli, disinstallarli, vedere che c’è, cercarli e ripararli senza dover usare il terminale.
gparted è un programma che vi permette di formattare e partizionare i dischi.
ppa-purge è un utilissimo programma, da terminale, che vi permette di liberarvi di repository che vi siete sbagliati a inserire nel sistema, insieme a tutti i programmi, le dipendenze e i pacchetti relativi. Non dovreste mai abusare dei repository, non dovreste mai aggiungerne che non siano assolutamente certificati e perfettamente funzionanti, altrimenti saranno la causa di tutte le instabilità e i crash del sistema. Detto questo, se proprio vi sbagliate o un repository certificatissimo smette all’improvviso di funzionare, ppa-purge vi viene in aiuto.
flatpak è l’ennesimo gestore di pacchetti, come se Apt e Snap non fossero già troppi. È una tecnologia molto potente e a quanto pare quasi tutto il mondo del FOSS si sta spostando ad essa. Quindi meglio installarlo: alcune applicazioni probabilmente saranno più aggiornate se installate con flatpak rispetto ad Apt e Snap.
unrar, p7zip-full, p7zip, p7zip-rar sono programmi che vi permettono di compattare/scompattare archivi di tutti i tipi.
net-tools è una serie di comandi da terminale utilissimi per la gestione della rete.
libdvd-pkg è uan libreria che vi permette di guardare i DVD comprati. Che hanno una sorta di vecchia protezione per impedire ai programmi liberi di leggerli, protezione che è stata crackata a pochi giorni dall’uscita del primo DVD in commercio nel mondo, protezione il cui crack non è più illegale da molto tempo. Se non avete un lettore DVD è inutile installarla, ma tanto vale installarla perché magari in futuro connetterete un lettore DVD esterno e vi chiederete perché non VLC non legge i DVD…
brasero è il programma di Ubuntu che masterizza. Ovviamente se non avete un masterizzatore non è molto utile, ma, come sopra, tanto vale installarlo eventualmente per il futuro.
geany è un “Blocco Note” molto intelligente. A proposito: l’editor di testo (già installato) si chiama “GEdit” ed è molto potente. Ma se volete ancora di più Geany è il top.
bleachbit è un programma che ci permette di pulire il sistema e di tenerlo in ordine. Non abusatene.
nautilus-image-converter, nautilus-admin, nautilus-hide e nautilus-wipe sono aggiunte al File Manager, che si chiama appunto Nautilus. Sono aggiunte molto utili come “Apri come amministratore”, “Nascondi”, “Cancella veramente un file”.
hfsplus è un pacchetto che ci permette di vedere i dischi formattati col Mac.
libreoffice ci permette di installare LibreOffice (Writer = Word, Calc = Excel, Impress = Powerpoint, Base = Access, Draw = software di disegno) in maniera completa, ora che abbiamo aggiunto i repository specifici.
libreoffice-sdbc-hsqldb è un pacchetto che aggiunge alcune funzioni fondamentali per l’uso di LibreOffice Base, come la modifica di database locali.
vlc installa il player che useremo maggiormente, per musica e video: VLC.
pdfshuffler e pdfarranger sono due programmi che gestiscono molto bene i pdf. Permettono di trasformare, ruotare, dividere, accorpare pdf e pagine singole.
peek è un programma che permette di catturare lo schermo e trasformare il video in una gif animata.
kazam è un programma che permette di catturare il desktop, il suo audio e il microfono. Permette anche di catturare singole finestre. È meno potente ma molto più semplice da usare di OBS Studio.
filezilla è un gestore di FTP.
gthumb è uno dei migliori visualizzatori di immagini che ci siano. Permette anche una serie di operazioni molto utili come ritaglio, ridimensionamento, variazione di colore e luminosità/contrasto, trasformazione di formato a più immagini in una sola volta.
pavucontrol è un mixer audio. Vi permette di controllare il volume di tutti gli ingressi e di tutte le uscite di Ubuntu, sia fisiche che di singole applicazioni. È consigliatissimo metterlo direttamente tra i preferiti nella dock.
appimagelauncher è quel programma che dicevo prima, che vi permette di installare la appimages integrandole nel sistema.
librecad è un CAD 2D molto leggero, semplice e potente.
curl agisce under the hood e serve ad altri programmi per installarsi.

Aprite il terminale ed ecco il supercomando che installa tutto quanto sopra elencato:

sudo apt install gnome-shell-extensions gnome-shell-extension-prefs default-jre icedtea-netx gdebi xul-ext-lightning ffmpeg libzimg2 gnome-system-tools ubuntu-restricted-extras synaptic gparted ppa-purge flatpak unrar p7zip-full p7zip p7zip-rar net-tools libdvd-pkg brasero geany bleachbit nautilus-image-converter nautilus-admin nautilus-hide nautilus-wipe hfsplus libreoffice libreoffice-sdbc-hsqldb curl vlc pdfshuffler pdfarranger peek kazam filezilla gthumb pavucontrol appimagelauncher librecad

Durante l’installazione verrà chiesto di premere “Sì” oppure “OK” ma il mouse sarà disattivato. Occorrerà usare i tasti frecce e Invio della tastiera.

Se ci sono dei problemi durante lo scaricamento di alcuni pacchetti, sarà probabilmente a causa del pacchetto ttf-mscorefonts-installer. Basta provare a reinstallarlo finché non li scarica bene tutti:
sudo apt install ttf-mscorefonts-installer --reinstall
o anche:
sudo dpkg-reconfigure ttf-mscorefonts-installer
e infine:
sudo apt install -f

Poi occorre riconfigurare il pacchetto che ci permette di vedere DVD comprati:
sudo dpkg-reconfigure libdvd-pkg

Abilitiamo ora i repository di flatpak:
flatpak remote-add --if-not-exists flathub https://flathub.org/repo/flathub.flatpakrepo

Invece di usare apt, usiamo snap per Youtube-dl (gli aggiornamenti per questo software sono più veloci con snap):
sudo snap install youtube-dl

Se volete programmare, c’è Visual Studio Code:
sudo snap install code --classic

Se volete aggiungere un’ulteriore installazione di VLC, così ne avete due, uno dei quali più aggiornato con le ultime novità ma probabilmente un po’ meno stabile, non è una cattiva idea installarlo anche da Snap:
sudo snap install vlc

Io lo uso direttamente dentro al browser, ma se siete Premium forse vi interessa installare il client di Spotify:
sudo snap install spotify

Ci sono due software che vanno installati da flatpak. Il primo è Calibre, un gestore perfetto di e-book, e l’altro è Kdenlive, un programma di video edit molto avanzato ma semplice da usare:

sudo flatpak install calibre

sudo flatpak install kdenlive

Se avete bisogno di leggere vecchi file per Flash, quelli .swf, basta scaricare, scompattare e lanciare questo: https://fpdownload.macromedia.com/pub/flashplayer/updaters/32/flash_player_sa_linux.x86_64.tar.gz

Chrome

– scaricarlo da Google
– andare col tasto destro sul file .deb scaricato e scegliere “Apri con altra applicazione”
– Dall’elenco selezionare GDebi e premere “Seleziona”
– Premere su “Installa”
– Installare anche il pacchetto che permette a Chrome di integrarsi meglio con il sistema:
sudo apt install chrome-gnome-shell
– Se si vuole sfruttare l’accelerazione hardware, aprire Chrome, andare nel menu (i tre puntini in alto a destra), Impostazioni, cercare “accelerazione” e assicurarsi che la voce sull’accelerazione grafica sia su Acceso.

Oracle VirtualBox

– Scaricare VirtualBox per Ubuntu 20.04 da qui: https://www.virtualbox.org/wiki/Linux_Downloads
– Scaricare l’extension pack da qui, dove dice “All supported platforms”: https://www.virtualbox.org/wiki/Downloads
– Installare il pacchetto .deb con GDebi, come si è fatto con Chrome.
– Lanciare VirtualBox dal lanciatore di applicazioni.
– Aggiungere l’extension pack semplicemente cliccando due volte sul file scaricato in precedenza. VirtualBox lo apre e dà le istruzioni per installarlo.
– Aggiungere il proprio utente al gruppo vboxusers: basta lanciare “Utenti e gruppi”, andare su “Gestisci gruppi”, selezionare “vboxusers” dall’elenco, premere su “Proprietà” e spuntare in corrispondenza del proprio utente. Oppure da terminale:
sudo addgroup (vostro utente) vboxusers

Firefox

Per impostare l’accelerazione grafica su Firefox (se dà problemi di tearing per esempio visualizzando video di YouTube) basta aprire Firefox e digitare nella barra degli indirizzi:
about:config
Poi cercare layers.acceleration.force-enabled e impostarlo su true

Componenti aggiuntivi di Firefox che trovo indispensabili:
– Per vedere i video .m3u incorporati nei siti: https://addons.mozilla.org/it/firefox/addon/hls-js-playback/
– Il miglior AdBlocker: https://addons.mozilla.org/it/firefox/addon/ublock-origin/
– Per scaricare i video: https://addons.mozilla.org/it/firefox/addon/video-downloadhelper/
– Per vedere Netflix in alta definizione: https://addons.mozilla.org/it/firefox/addon/netflix-1080p-firefox/
(purtroppo, per Prime Video ancora nessun modo per vederlo in HD. Ma comunque meglio usare un Chromecast per questi servizi)

Caratteri orientali

Se volete installare il supporto per l’immissione di caratteri cinesi e/o giapponesi, ecco come fare:

– Installare i pacchetti necessari (anthy per il giapponese, pinyin per il cinese):
sudo apt install ibus-pinyin ibus-anthy
– Lanciare “Supporto lingue” (se avvisa che mancano dei pacchetti, non installarli, faremo tutto in seguito)
– Sistema di input da tastiera: IBus → Chiudi
– Riavviare
– Lanciare Impostazioni → Regione e lingua → Premere su “+”, quindi sui tre puntini verticali, scorrere l’elenco e premere su “Altro”, aggiungere Cinese (Pinyin) e/o Giapponese (Anthy).

D’ora in poi avremo un’icona in alto a destra “it” che potrà essere cambiata in cinese o giapponese. Si può effettuare il cambio di input anche premendo il tasto Super (quello con la bandierina di Windows, di fianco a Ctrl) + Spazio.

Personalizzazione

Installare e disinstallare programmi

Per quanto riguarda i programmi gestiti da Apt, è sufficiente lanciare Synaptic (o anche “Gestore di pacchetti”). Qui potete cercare programmi, installarli e disinstallarli a vostro piacimento.

Da terminale potete gestire facilmente Apt, in questo modo:
– Cercare un programma: apt-cache search programma
– Installare un programma: sudo apt install programma
– Disinstallare un programma: sudo apt remove programma
– Disinstallare completamente (compresi i file di configurazione)un programma: sudo apt remove programma --purge
– Pulire il sistema: sudo apt autoremove --purge
– Aggiornare tutto: sudo apt update && sudo apt full-upgrade

Snap invece si usa così:

– Cercare un programma: snap find programma
– Installare un programma: sudo snap install programma
– Disinstallare un programma: sudo snap remove programma
– Aggiornare tutto: sudo snap refresh

Tema Dark

Il tema “Yaru Dark” risulta molto più bello esteticamente. Ecco come attivarlo.
– Impostazioni → Aspetto → Scuro
– Per migliorare la visibilità di Gedit con il tema scuro, lanciare Gedit → Menu (tre linee orizzontali in alto a destra) → Preferenze → Caratteri e colori → Oblivion

Dock

La Dock è quella barra a sinistra con i lanciatori dei programmi. La potete personalizzare dove siete andati prima: Impostazioni → Aspetto

DNS pubblici

Se volete sfuggire alle censure della rete italiana, potete usare i DNS di Google o di OpenDNS o di Cloudfare. Per farlo andate in alto a destra sull’icona della rete e premete su “Via cavo collegato” o sul Wifi a cui siete collegati:
– “Impostazioni rete via cavo” oppure “Impostazioni Wi-fi” (a seconda di come siete collegati)
– “Via cavo” o “Wi-fi” → icona “ingranaggio” delle impostazioni
– IPv4
– Alla voce DNS, spostare l’interruttore togliendo “Automatico”
– Inserite, separati da spazi, gli indirizzi dei DNS che desiderate. Per esempio Cloudfare è 1.1.1.1, mentre Google è 8.8.8.8 o 8.8.4.4

IP Fisso

Se avete un PC fisso collegato a un cavo di rete, probabilmente vorrete dargli un IP fisso nella vostra rete LAN. Per farlo andate in alto a destra sull’icona della rete e premete su “Via cavo collegato”:
– “Impostazioni rete via cavo”
– “Via cavo” → icona “ingranaggio” delle impostazioni
– IPv4 → Manuale
– Compilate il campo “Indirizzi” a seconda della vostra configurazione di rete. Per esempio: Indirizzo 192.168.1.100 – Netmask 24 – Gateway 192.168.1.1
– Come DNS mettete l’indirizzo del gateway o i DNS pubblici come sopra.

File Manager

Aprite il file manager e andate nel menu a panino (le tre linee orizzontali in alto a destra):

– Impostazioni
– Viste: qui se volete selezionate “Consentire l’espansione delle cartelle” per vedere le cartelle ad albero come su Windows se la visualizzazione è impostata su “Elenco” e non su “Icone”.
– Comportamento: qui è interessante selezionare “Chiedere cosa fare” dei file di testo eseguibili, così in futuro potremo gestire facilmente gli script. Inoltre, selezionare “Mostrare l’azione per eliminare…” in modo che nel tasto destro compaia anche l’opzione di cancellare file definitivamente, senza passare per il cestino.

Applicazioni d’avvio

– Impostazioni → Applicazioni predefinite (verso la fine)
– Musica → VLC
– Video → VLC
– Fotografie → gThumb

Anteprima Immagini

– Lanciare gThumb
– Menu “panino” (tre linee orizzontali in alto a destra) → Preferenze
– Generale → Miniature nel visualizzatore: sul lato
– Chiudere le preferenze
– Menu panino → Ordina per → Nome file → Fatto

Per modificare un’immagine, basterà cliccarci sopra due volte, si aprirà gThumb, e per far apparire o scomparire il pannello con tutti gli strumenti di modifica basterà premere l’icona della chiave inglese in alto a destra.

Pulsante “mostra desktop”

Per visualizzare il desktop basta premere Super + D. Ma se volete aggiungere il pulsante “Mostra Desktop” alla dock, ecco come fare:
– Installare xdotool:
sudo apt install xdotool
– Creare un file vuoto che funzionerà come lanciatore:
gedit ~/.local/share/applications/show-desktop.desktop
– Vi si aprirà GEdit. All’interno scrivete:
[Desktop Entry]
Type=Application
Name=Mostra Scrivania
Icon=desktop
Exec=xdotool key –clearmodifiers Super+d
Salvate e chiudete. Lo troverete tra i programmi. Per aggiungerlo alla dock basta cliccare sopra col tasto destro e scegliere “Aggiungi ai preferiti”.

Cestino nella dock

Per aggiungere il cestino alla dock aprire il terminale e digitare:
gsettings set org.gnome.shell.extensions.dash-to-dock show-trash true
Per toglierlo basterà digitare lo stesso comando con false invece di true

Icona “Mostra applicazioni” in alto invece che in basso

Nel terminale:
gsettings set org.gnome.shell.extensions.dash-to-dock show-apps-at-top true
Come sopra, per rimetterla in basso basta lo stesso comando con false invece di true

Estensioni del desktop (applet e altro)

Per aggiungere estensioni del desktop, è sufficiente aprire Firefox e installare questo plugin:
https://addons.mozilla.org/en-US/firefox/addon/gnome-shell-integration/

Oppure con Chrome, installando questa estensione:
https://chrome.google.com/webstore/detail/gnome-shell-integration/gphhapmejobijbbhgpjhcjognlahblep

Si gestiscono da qui:
https://extensions.gnome.org/local/

Applet Utilizzo del sistema

Per aggiungere l’applet che tiene d’occhio l’occupazione del sistema aprire il terminale e digitare:
sudo apt install gir1.2-gtop-2.0 gir1.2-nm-1.0 gir1.2-clutter-1.0
Poi attivarlo da qua:
https://extensions.gnome.org/extension/120/system-monitor/

Grafica

I programmi di grafica 2D, 3D e design ormai gestiscono quasi completamente tutto il workflow della suite Adobe e altre. Chi è a digiuno di grafica può utilizzare programmi semplici come LibreOffice Draw. Altrimenti datevi al professionale ed ecco cosa installare:

Inkscape – Equivalente ad Adobe Illustrator. Gestisce superbamente la grafica vettoriale. Gestisce però solo una pagina alla volta, non crea tabelle e non gestisce nativamente la quadrocromia. Ha tuttavia la possibilità di caricare profili colore anche in quadricromia e segnalare quali colori sono compatibili o meno con quei profili
Gimp – Equivalente a Photoshop, fa praticamente tutto quello che fa Photoshop, ma lo fa in modo diverso. Molto diverso. Inoltre purtroppo non gestisce nativamente la quadricromia.
Krita – Anche questo è simile a Photoshop. Ma non fa tutto tutto quello che fa Photoshop: è un po’ meno potente nel fotoritocco e più potente nel disegno a mano libera con tavolette grafiche. Di bello ha che è molto simile a Photoshop come comportamento, e supporta nativamente la quadricromia.
Scribus – È l’equivalente di Adobe InDesign. Gestisce superbamente la quadricromia e tutto ciò che fa anche InDesign.
icc-profiles – Aggiunge al sistema i profili colore più diffusi nel mondo, compresi quelli in quadricromia. In Europa si usano sostanzialmente i profili “ISO Coated v2” e qualche FOGRA. Ovviamente occorre sempre prima sentire dal proprio tipografo di fiducia. Si installano tutti dentro questa cartella: /usr/share/color/icc
fonts-crosextra-caladea e fonts-crosextra-carlito – Sono due font che assomigliano a quelli usati su Windows 10 come sistema. Possono essere utili per qualche lavoro di grafica o per visualizzare documenti redatti su Windows, per i quali l’inavveduto autore non avesse incorporato i caratteri prima di salvare.
MyPaint – Programma semplicissimo ed estremamente utile per prendere appunti e disegnare con una tavoletta grafica.
Pinta – Equivalente a Paint. Ma un po’ più potente.
simple-image-reducer – Comodissimo software che prende in pasto intere cartelle di immagini e le riduce quanto vogliamo di peso e/o risoluzione.
gimp-plugin-registry e gmic – È una serie di plugin e aggiunte, visibili anche in altri programmi oltre che Gimp. Sono plugin che imitano molti tool di Photoshop, in pratica.
Darktable – Equivalente ad Adobe Lightroom.
Blender – Grandioso software di grafica e animazione 3D, video edit, compositing, sculpting, effetti speciali e animazione 2D. Si può usare anche per creare interessanti immagini.
FreeCAD – Un buon CAD, 2D e 3D.

Ecco come installare quanto sopra elencato:

– Aggiungere i repository di Gimp, Inkscape e Scribus:
sudo add-apt-repository ppa:inkscape.dev/stable
sudo add-apt-repository ppa:ubuntuhandbook1/gimp
sudo add-apt-repository ppa:scribus/ppa

– Installare i programmi, i profili colore, i font e tutto l’occorrente:
sudo apt install scribus icc-profiles mypaint fonts-crosextra-caladea fonts-crosextra-carlito gimp gimp-plugin-registry gmic inkscape darktable simple-image-reducer pinta
– Per quanto riguarda Blender, meglio usare snap da cui si aggiorna più puntualmente:
sudo snap install blender --classic
– Lo stesso per Krita:
sudo snap install krita
(in realtà è probabile che in futuro per Krita le appimage saranno più aggiornate di Snap. Date un’occhiata ogni tanto)

Per FreeCAD basta scaricare l’appimage: https://www.freecadweb.org/downloads.php

Da qualche tempo, non funziona più il comando per convertire i pdf in immagini jpg. Che sarebbe:
convert *.jpg a.pdf
oppure
convert 1.jpg 2.jpg (eccetera) nome.pdf
Per risolvere il problema:
– Aprire il file di configurazione di ImageMagick:
sudo gedit /etc/ImageMagick-6/policy.xml
– cambiare:
<policy domain=”coder” rights=”none” pattern=”PDF” />
in:
<policy domain=”coder” rights=”read|write” pattern=”PDF” />
– Salvare e uscire

Musica

Per gestire in maniera professionale la produzione musicale, usare fondamentalmente Ardour e configurare i vari plugin. Quel che non entra in Ardour, si gestisce comunque da Jack. Tutte le istruzioni dettagliate nella mia guida Produzione musicale con Linux. In questo caso non faccio l’elenco del software installato perché nella guida sulla produzione musicale c’è spiegato molto di ciò che viene installato, e il resto è bello scoprirlo man mano che si usa.

– Aggiungere i repository di KXStudio seguendo le istruzioni nel riquadro “Debian/Ubuntu” in questa pagina: https://kx.studio/Repositories
– Aggiungere i repository di Audacity e Mixxx:
sudo add-apt-repository ppa:ubuntuhandbook1/audacity
sudo add-apt-repository ppa:mixxx/mixxxbetas

– Installare tutto il necessario:
sudo apt install curl audacity qjackctl vmpk pavucontrol pulseeffects fluidsynth fluid-soundfont-gs jack-keyboard pulseaudio-module-jack jack-tools vlc-plugin-jack jackass qsynth wsynth-dssi lv2-c++-tools ghostess soundconverter xjadeo kxstudio-meta-audio-plugins invada-studio-plugins-ladspa artyfx arctican-plugins-lv2 arctican-plugins-vst abgate avldrums.lv2 autotalent amb-plugins cmt noise-repellent ardour muse mixxx patroneo tuxguitar tuxguitar-fluidsynth tuxguitar-jsa rosegarden musescore3 lmms hydrogen hydrogen-drumkits-effects lingot fmit zynaddsubfx ams ams-lv2 blepvco yoshimi terminatorx bristol so-synth-lv2 horgand mx44 dexed tal-plugins din drumkv1 add64 adlplug amsynth arpage juced-plugins-lv2 juced-plugins-vst klangfalter-lv2 klangfalter-vst linuxsampler linuxsampler-dssi linuxsampler-lv2 linuxsampler-vst lsp-plugins lufsmeter-lv2 lufsmeter-vst luftikus-lv2 luftikus-vst mod-cv-plugins mod-distortion mod-pitchshifter mod-utilities moony.lv2 obxd-lv2 obxd-vst oxefmsynth padthv1 padthv1-lv2 pitcheddelay-lv2 pitcheddelay-vst pizmidi-plugins regrader rubberband-ladspa rubberband-lv2 safe-plugins samplv1 samplv1-lv2 setbfree sherlock.lv2 shiro-plugins sorcer synthv1 synthv1-lv2 tal-plugins-lv2 tal-plugins-vst tap-lv2 temper-lv2 temper-vst teragonaudio-plugins-lv2 teragonaudio-plugins-vst wolf-shaper wolf-spectrum wolpertinger-lv2 wolpertinger-vst x42-plugins zam-plugins zlfo zynaddsubfx-dssi blop-lv2 bsequencer bshapr bslizr calf-plugins caps caps-lv2 cmt cv-lfo-blender-lv2 dexed-lv2 dexed-vst distrho-plugin-ports-lv2 distrho-plugin-ports-vst dpf-plugins dragonfly-reverb drmr drowaudio-plugins-lv2 drowaudio-plugins-vst drumgizmo helm easyssp-lv2 easyssp-vst eq10q fabla g2reverb gxplugins gxvoxtonebender helm hybridreverb2 infamous-plugins invada-studio-plugins-ladspa invada-studio-plugins-lv2 juce-opl-lv2 juce-opl-vst wine wine-stable winbind carla-git carla-lv2 carla-vst carla-vst-wine carla-bridge-win32 carla-bridge-linux32 carla-bridge-wine64 carla-bridge-win64 carla-bridge-linux64 carla-bridge-wine32 a2jmidid wineasio distrho-plugin-ports swh-lv2 guitarix
– Se si desidera, se si vorrà utilizzare il PC solo/prevalentemente per l’audio, installare il kernel lowlatency:
sudo apt install linux-headers-lowlatency linux-lowlatency
e riavviare.
– Se volete usare la DAW QTractor invece di Ardour, è sufficiente scaricarne l’appimage da qui:
https://sourceforge.net/projects/qtractor/files/
Qui trovate un manuale di istruzioni in italiano: http://www.vittal.it/wp-content/uploads/2020/04/qtractor.pdf
– A questo punto aggiungere il proprio utente al gruppo audio
sudo addgroup (vostro utente) audio
(oppure lanciare “Utenti e gruppi” come fatto per VirtualBox)
– Poi, abilitare lo sblocco della memoria per il realtime. Aprire il file audio.conf:
sudo gedit /etc/security/limits.d/audio.conf
Se non c’è già, in fondo aggiungere:
@audio – rtprio 95
@audio – memlock unlimited
– Registrare wineasio dentro a wine:
regsvr32 wineasio.dll
wine64 regsvr32 wineasio.dll

JJazzLab

È un ottimo arranger, si basa sugli stili Yamaha che sono davvero tantissimi in rete.

– Scaricarlo da qua:
https://www.jjazzlab.com/en/download/
– Scompattarlo e lanciarlo (è dentro la cartella bin)
– Mandare avanti il wizard senza badare
– Scaricare questi soundfont:
https://musical-artifacts.com/artifacts/1036
– Tools → Options → MIDI → Load
– Dargli quei soundfont
– Icona al centro in alto della tastiera con freccia blu: Preset → Jjazzlab… → java internal synth
– Riavviare JJazzLab

Risorse utili per la batteria

  • Un documento pdf con tantissimi drum pattern e una serie di link a video molto esplicativi.
  • Tonnellate di MIDI loop con demo registrata.
  • 3 GB di MIDI drum patterns.
  • Un thread su Linuxmusicians da tenere d’occhio per nuovi link e nuovi pattern.
  • Su Hydrogen, basta andare su DrumKits → Import → Internet → Modifica lista server → Aggiungi, e aggiungere questo link: https://musical-artifacts.com/hydrogen_drumkits.xml
    Dopodiché, nel menu a tendina scegliere il link appena aggiunto e premere su “Aggiorna lista”. Ecco comparire tantissimi drumkit da scaricare.
  • In rete esistono numerosissimi articoli che spiegano quali drum machine sono state usate per produrre dischi famosi, così sapete qualòe drumkit scaricare con il metodo descritto sopra. Qui per esempio vi dice tutto ciò che è stato usato dai Pet Shop Boys: https://some-spec.livejournal.com/178361.html

Suoni orchestrali e sfz

I migliori suoni orchestrali liberi sono quelli di Virtual Playing Orchestra. Sono in formato SFZ e quindi occorre prima installare un plugin che li gestisce, sfizz. Per installare sfizz:

echo 'deb http://download.opensuse.org/repositories/home:/sfztools:/sfizz/xUbuntu_20.04/ /' | sudo tee /etc/apt/sources.list.d/home:sfztools:sfizz.list

curl -fsSL https://download.opensuse.org/repositories/home:sfztools:sfizz/xUbuntu_20.04/Release.key | gpg --dearmor | sudo tee /etc/apt/trusted.gpg.d/home_sfztools_sfizz.gpg > /dev/null

sudo apt update && sudo apt full-upgrade && sudo apt install sfizz

Poi si va sul sito di Virtual Playing Orchestra http://virtualplaying.com/virtual-playing-orchestra/ e si scaricano tre file: Wave Files, Standard Orchestra, Performance Orchestra. Si scompattano nella stessa cartella (probabilmente si dovranno sovrascrivere alcuni file, come le istruzioni) e si usano poi dentro Ardour, caricando il plugin sfizz.

Un altro sfz fantastico è Salamander Piano. Un pianoforte fatto davvero bene. https://sfzinstruments.github.io/pianos/salamander

Altri sfz spettacolari li trovate qui: http://www.bandshed.net/sounds/sfz/
In particolare, il file nbb_basses.zip contiene bassi elettrici davvero verosimili, magari con l’aggiunta in certi casi del plugin BassAmp di AirWindows (vedi più avanti).

MIDI

– Se Jack o Ardour non vedono la vostra tastiera MIDI potete aprire il terminale e digitare:
a2jmidid -e
Però è più consigliato, su QJackCtl o all’avvio di Ardour semplicemente selezionare QJackCtl MIDI su raw, e Ardour MIDI su Jack 2.

Hydrogen aggiornato (solo per esperti)

Se volete usare l’ultimissima versione di questa straordinaria drum machine occorre compilarla. Ecco come:

sudo apt remove hydrogen

sudo apt install qtbase5-dev qtbase5-dev-tools qttools5-dev qttools5-dev-tools libqt5xmlpatterns5-dev libarchive-dev libsndfile1-dev libasound2-dev liblo-dev libpulse-dev libcppunit-dev liblrdf-dev librubberband-dev libjack-jackd2-dev

git clone git://github.com/hydrogen-music/hydrogen.git
cd hydrogen
mkdir build && cd build
cmake ..
make
sudo make install

sudo ln -s /usr/local/lib/libhydrogen-core-1.1.0.so /usr/lib/libhydrogen-core-1.1.0.so

Ardour 6.9 stabile o 7 alpha (solo per esperti)

È da compilare quindi fatelo a vostro rischio e pericolo.

– Prima disinstallare ardour 5.12, poi:
sudo apt install -y git libboost-all-dev gcc g++ pkg-config libasound2-dev libgtk2.0-dev libsndfile1-dev libcurl4-nss-dev libarchive-dev liblo-dev libtag1-dev vamp-plugin-sdk librubberband-dev libfftw3-dev libaubio-dev libxml2-dev lv2-dev libserd-dev libsord-dev libsratom-dev liblilv-dev libgtkmm-2.4-dev libcanberra-gtk-module
– Poi occorre installare, in una seconda tranche, questi pacchetti:
sudo apt-get install -y libglibmm-2.4-dev libusb-1.0-0-dev libpangomm-1.4-dev libsamplerate0-dev libcunit1-dev libcppunit-dev libudev-dev libserd-0-0 libcwiid-dev libxwiimote-dev libwebsocketpp-dev libwebsockets-dev libsratom-0-0 liblrdf0 liblrdf0-dev libsoundtouch-dev libjack-jackd2-dev libpulse-dev
– Scaricare la 6.9 da qui, dove dice “Source code”:
https://community.ardour.org/download
– Scompattare il file ed entrare col terminale nella cartella creata
– Se invece volete provare la versione 7, instabile e assolutamente sconsigliata al momento, allora prima scaricate il codice “nightly” di Ardour:
git clone https://github.com/ardour/ardour
e poi entrate nella cartella di installazione: cd ardour
– Lanciate il configuratore:
./waf configure -optimize
– Procedete alla compilazione (circa un paio d’ore):
./waf
– Se tutto è andato bene, installare Ardour:
sudo ./waf install
– Non cancellare la cartella! Vi servirà per disinstallare Ardour.
– Per lanciarlo:
ardour6
(oppure 7 nel caso di Ardour 7 ovviamente)
– Per disinstallarlo:
cd ardour
sudo ./waf uninstall
sudo ./waf clean

Zrythm (alpha, instabile, per esperti)

Edit: questa installazione non funziona più, occorre passare a una Ubuntu più recente, o attendere la 22.04. Si può compilare in una virtual machine della 21.10 per esempio.

C’è solo una DAW completamente libera che forse in futuro potrà scavalcare Ardour: si chiama Zrythm, gestisce molto meglio il MIDI di Ardour e funziona come alcune delle DAW più “moderne” a cui magari siete abituati su Mac e Windows. Purtroppo però è in fase ancora preliminare, ha quasi tutto quello che le serve ma è molto instabile. Secondo me ci vorranno ancora 2 o 3 anni perché sia operativa al 100%, sempre se non interverranno novità imprevedibili 🙂

Se volete provarla, sul sito ufficiale www.zrythm.org c’è la demo (fa tutto ma non permette di salvare e caricare progetti), sia l’appimage che il deb specifico per Ubuntu 20.04. Se volete usarla ma non sapete compilarla o non vi va, la potete acquistare a un prezzo davvero ragionevole. Se invece volete compilarla ecco le istruzioni:

sudo apt remove meson
sudo apt install python3-pip graphviz cppcheck clang-tidy jq sphinx-common sphinx-intl sass help2man flex guile-2.2 guile-2.2-dev guile-3.0-dev libyaml-dev libchromaprint-dev libgtksourceview-4-dev libgtksourceview-3.0-dev libsoundio-dev pandoc lilv-utils texi2html awscli binutils cmake libfl-dev libcurl4-gnutls-dev libgtk-3-dev liblilv-dev libsndfile1-dev debhelper devscripts dpkg-dev build-essential ninja-build gettext python3-sphinx ladspa-sdk libfftw3-dev libasound2-dev libavcodec-dev libavutil-dev libavformat-dev libjson-glib-dev libgraphviz-dev libsuil-dev libpcre2-dev libsamplerate0-dev librubberband-dev libxxhash-dev rubberband-cli libzstd-dev librsvg2-dev python3 rsync desktop-file-utils libsdl2-dev lv2-dev liblilv-dev portaudio19-dev librtaudio-dev libgdk-pixbuf2.0-dev fakeroot strace fuse desktop-file-utils patchelf python3-setuptools xdg-utils vamp-plugin-sdk zip wget vim
sudo pip3 install meson
sudo ln -s /usr/local/bin/meson /usr/bin/meson
git clone https://github.com/zrythm/zrythm
cd zrythm
mkdir app
meson build --prefix=~/zrythm/app -Dcarla=enabled -Dsdl=enabled
meson compile -C build
meson install -C build

Per lanciarla, prima avviare QJackCtl, poi:
~/zrythm/app/bin/zrythm_launch

Qualche plugin aggiuntivo

Ecco qualche ottimo sintetizzatore o qualche effetto particolare che si installa a mano. Se non usate Ardour >6 o Zrythm, i VST 3 non potranno essere visti.

mkdir ~/.vst

mkdir ~/.lv2

mkdir ~/.vst3

sudo mkdir /usr/lib/vst3

Ardour 6: Edit → Preferences

Aggiungere ~/.vst3 e /usr/lib/vst3 ai possibili path di VST3 in Ardour 6

– Surge synth: https://surge-synthesizer.github.io/
Dopo aver scaricato il file deb, disinstallate Surge di KXstudio:
sudo apt remove --purge surge surge-data
Poi andate col terminale nella cartella in cui avete scaricato il file deb e installatelo con apt:
sudo apt install ./surge-linux(eccetera).deb
sudo apt-mark hold surge

– Odin2 synth: https://www.thewavewarden.com/odin2 (non installare il .deb, scaricare “Generic”, scompattare e lanciare semplicemente bash install.sh senza sudo)
– OMB2 (basso elettrico): https://vst4free.com/plugin/2493/ (gratis ma non libero, è per Win quindi da usare dentro Carla)
– ArgotLunar (audio granulator): https://mourednik.github.io/argotlunar/ (prima sudo apt install ttf-bitstream-vera poi copiare il file .so e il preset.bank in ~/.vst)
– Monique synth (gratis ma non libero): https://drive.google.com/drive/folders/1umaM9a0S52lAqjfbO3S9pWb-D3ys9EZF  (copiare il file .so in ~/.vst)
– Vital (versione proprietaria di Vitalium, grandioso sintetizzatore libero): https://vital.audio/#getv (scaricate il .deb e installatelo con Gdebi)
– KPP (Kapitonov Plugins Pack): simulatori di amplificatori e distorsori valvolari per chitarra. In accoppiata con GuitariX potete ottenere suoni incredibilmente verosimili. Scaricate gli lv2 e metteteli in ~/.lv2, poi fate il refresh dei plugin in Ardour. https://kpp-tubeamp.com/
– I drumkit di DrumGizmo. Se partite da una base MIDI già fatta è dura usarli, ma non impossibile, e se costruite da zero la batteria, come verosimiglianza battono plugin proprietari costosissimi. Si caricano nel plugin “drumgizmo” che trovate già in Ardour. https://drumgizmo.org/wiki/doku.php?id=kits (per il rock, il crocellKit è stupendo)
– LibreArp – Ottimo e intuitivo arpeggiator, completamente libero. Da copiare nella cartella ~/.vst e poi far vedere in Ardour con un refresh dei VST. https://librearp.gitlab.io/
– I plugin airwindows: https://www.airwindows.com/ – Sono centinaia di plugin, tutti di alta qualità, e quelli gratis sono tutti anche liberi. Basta scaricare lo zip del plugin che vi interessa (a me non lo fa scaricare con Chrome, ma solo con Firefox), lo aprite ed estraete solo il file .so che copiate nella cartella ~/.vst. Dopo un refresh dei plugin, sarà visibile in Ardour. Al momento sto usando con molta soddisfazione BassAmp, ToTape6 e TripleSpread.
– Discovery Pro – Un synth gratis ma non libero con dei suoni da sballo. Perfetto per la trance. https://www.discodsp.com/discoverypro/ (scompattare il file e lanciare l’install.sh)

CHOW Tape Model (solo per esperti)

È un simulatore di suono analogico davvero fatto bene, ha un’interfaccia grafica intuitiva, ed è libero. Si compila così:

sudo apt-get install libasound2-dev libxcursor-dev libxinerama-dev libxrandr-dev freeglut3-dev libjack-jackd2-dev

git clone --recursive https://github.com/jatinchowdhury18/AnalogTapeModel.git

cd AnalogTapeModel/Plugin

git submodule update --init --recursive

cmake -Bbuild

cmake --build build/ --config Release

i plugin si trovano in ~/AnalogTapeModel/Plugin/build/CHOWTapeModel_artefacts/LV2 e /AnalogTapeModel/Plugin/build/CHOWTapeModel_artefacts/VST3/CHOWTapeModel.vst3/Contents/x86_64-linux
l’lv2 è una cartella, il vst3 è un file singolo, da aggiungere nelle cartelle che avete creato nei paragrafi precedenti.

Geonkick aggiornato (solo per esperti)

Se volete usare l’ultimissima versione di questo straordinario sintetizzatore per batteria elettronica (soprattutto per produrre dei kick davvero portentosi) occorre compilarlo. Ecco come:

sudo apt remove geonkick
sudo apt install build-essential cmake libcairo2-dev qjackctl libjack-jackd2-dev libsndfile-dev rapidjson-dev lv2-dev
git clone https://gitlab.com/iurie-sw/geonkick.git
mkdir geonkick/build
cd geonkick/build
cmake ../
make
sudo make install
cd ../..

Video edit, live, webcam

I programmi più usati per la gestione del video, che installeremo, sono i seguenti:

OBS-Studio – Equivalente libero di Wirecast. È usato da tutti gli Youtuber del mondo, permette di catturare lo schermo e ogni altra fonte video o sonora, di fare la regia in diretta e di registrarla e/o streammarla.
MKV Toolnix – Vi permette di assemblare e disassemblare i file MKV: potete estrarre singole tracce audio o video, prendere un video con una traccia audio e aggiungerne un’altra, e così via.
Handbrake – Fa l’encoding in mp4 (h264 e h265) di tutto quello che gli date in pasto, DVD compresi.
Shutter Encoder – Come Handbrake ma ancora più potente.
DuME – Come i due precedenti.
Openshot – Semplicissimo software di video edit, adatto per chi è alle prime armi o ha bisogno di edit molto semplice.
Kdenlive – Il secondo miglior software di video edit presente sulla scena FOSS. Fa praticamente tutto quello che fanno anche i colleghi costosissimi come Premiere. È anche molto facile da usare, se già sapete come si monta un film con i software di video edit non lineare (cioè quelli con la timeline). Ha anche buoni strumenti di color correction.
ShotCut – Più semplice di Kdenlive e meno potente, è molto più documentato, però, con tante videoguide su YouTube, perché da tempo esiste identico anche su Windows e Mac. L’avete già installato prima con flatpak, nella sezione iniziale di questa guida
Losslesscut – Permette di tagliare pezzi da video e riassemblare pezzi di video in un unico video, senza fare il render, e quindi senza ricodifica, cioè senza perdita di qualità e tempo da perdere. Il taglio non è sempre preciso per la natura dell’mp4 ma in certi casi è di un’utilità enorme.
Da Vinci Resolve – Parte solo se avete una scheda Nvidia o AMD aggiuntiva, di quelle abbastanza costose. Non è un programma libero, è proprietario ma la versione Lite è gratuita. È un software potentissimo, che anche nella sua versione Lite gratuita fa molto più di quello che fanno Adobe Premiere, After Effects e Audition messi assieme. Ma abbisogna di computer potenti e costosetti per partire. Gira anche su Mac e Windows. La versione free per Linux non funziona su molte schede Intel e accetta solo filmati in DNxHD, ma con la mia guida sul video edit vi spiego come tramutare il materiale delle vostre videocamere in questo fomrato. La versione a pagamento aggiunge altre funzionalità, utili solo se si lavora in un’azienda (progetti partecipativi, compatibilità con le costosissime apparecchiature della Blackmagic e di altre aziende). Ma soprattutto: il reparto Color Correction è lo standard mondiale attualmente utilizzato dai professionisti. I film di Hollywood, usano DaVinci Resolve per la Color Correction e il Color Grading. Anche nella versione free!
Blender – Grandioso software di grafica e animazione 3D, video edit, compositing, sculpting, architettura, effetti speciali e animazione 2D. Se non lo conoscete, cercate su Youtube “Blender showreel” seguito dall’anno in corso o quello prima, e stupitevi per la quantità di cose che credevate vere o fatte con programmi costosissimi e invece sono fatte con Blender. La rete è piena zeppa di corsi gratis e no su Blender, in tutte le lingue, ma vi avviso che ci vogliono anni di intenso studio ed esercizio per conoscerlo bene, nonostante per molte cose sia anche un po’ più semplice e intuitivo dei suoi illustri colleghi a pagamento come Cinema 4D e Maya.

Per l’uso più approfondito del video editing e per imparare perché e come fare la transcodifica dei video prima dell’edit, leggete la mia guida Produzione video con Linux.

– Cominciamo con l’installare alcune applicazioni utili:
sudo apt install mkvtoolnix-gui
– Shotcut invece è meglio installarlo da snap, è supportato ufficialmente e si aggiorna sempre:
sudo snap install shotcut --classic
– Handbrake è da installare via Flatpak:
sudo flatpak install HandBrake
se poi avrete bisogno di lanciarlo da riga di comando occorrerà scrivere:
flatpak run fr.handbrake.ghb
se invece vorrete lanciare la versione di HandBrake da riga di comando, ecco cosa scrivere:
flatpak run --command=HandBrakeCLI fr.handbrake.ghb
– Openshot, Shutter Encoder e Losslesscut è meglio usarli come appimage. Ecco dove scaricarli:

– Openshot: https://www.openshot.org/it/download/
– Losslesscut: https://github.com/mifi/lossless-cut/releases (scaricate il file che finisce con .appimage)
– Shutter Encoder: https://www.shutterencoder.com/ (meglio l’appimage che peraltro si aggiorna da sola – scaricate anche i preset social se volete)
– DoME: https://rainboxlab.org/tools/dume (in fondo c’è un quadrato grigio con su scritto “Linux”)

– A questo punto aggiungere il proprio utente al gruppo render:
sudo addgroup (vostro utente) render
(oppure lanciare “Utenti e gruppi” come fatto per VirtualBox)
– Per installare DaVinci Resolve seguire le istruzioni qui:
https://www.danieltufvesson.com/makeresolvedeb
(se si ha una scheda AMD seguire le istruzioni all’inizio di questa guida)
– Per installare Blender, se non l’abbiamo già installato prima per la sezione sulla grafica, usiamo Snap (così rimane più aggiornato):
sudo snap install blender --classic

DaVinci Resolve

Per installarlo su Ubuntu, occorre prima tramutare i pacchetti di installazione per CentOS in pacchetti per Ubuntu, e poi installare questi ultimi. Per farlo occorre seguire questa guida:

https://www.danieltufvesson.com/makeresolvedeb

Se avete una scheda Nvidia e avete installato i driver proprietari, non dovreste avere alcun problema.

Se avete una scheda Intel, è probabile che DaVinci si fermi alla prima schermata e vi dia qualche errore. Però dalla versione 17 in poi le schede Intel sono sempre più supportate e quindi forse c’è caso che vi funzioni. L’importante è che abbiate installato i pacchetti prima detti:

sudo apt install intel-opencl-icd beignet-opencl-icd

Riavviate il PC e se non parte DaVinci, provate a disinstallare beignet-opencl-icd

sudo apt remove beignet-opencl-icd

Riavviate e riprovate. Se non va neanche così, avete una delle tantissime schede Intel non supportate da DaVinci Resolve 🙁

Se avete una scheda AMD preparatevi a smanettare! Resolve per partire vuole l’installazione completa dei driver proprietari. Tutte le componenti. Purtroppo però i driver prorietari hanno qualche problema ogni tanto quando esce un nuovo kernel… non funzionano più 🙁 e soprattutto poi non fanno partire molte altre applicazioni, come il fondamentale OBS Studio! Quindi il trucco che sfrutteremo sarà questo:

  • Proviamo a installare i driver proprietari completi. Se non ci riusciamo, partiamo con il kernel precedente.
  • Facciamo così finché troviamo un kernel per cui i driver si installano
  • Salviamo in una cartella le librerie proprietarie installate nella modalità full
  • Disinstalliamo i driver proprietari completi
  • Installiamo i driver con un solo componente proprietario senza il quale DaVinci comunque non parte (opencl “legacy”)
  • Riavviamo con il kernel corrente
  • Tutte le applicazioni funzionano e vedono l’accelerazione grafica proprietaria AMD, tranne DaVinci che cerca le librerie proprietarie complete, e quindi quando vogliamo usare DaVinci lo lanciamo con un comando speciale che gli dice di usare le librerie salvate precedentemente e non quelle di sistema

Bene, cominciamo:

– Eventualmente disinstallare i repository precedenti:
amdgpu-install --uninstall
sudo apt remove amdgpu-install
– Se il comando di prima ha disinstallato cose e non ha dato errore, riavviare il PC
– Scaricare i driver AMD proprietari: https://www.amd.com/en/support → Search for your product
– Aggiornare tutto che è sempre cosa buona e giusta:
sudo apt update && sudo apt full-upgrade
– installate con gdebi il .deb scaricato da AMD
– se è già stata seguita questa guida, cancellare le vecchie cartelle:
sudo rm -Rf /opt/amd1
sudo rm -Rf /opt/amd2

– creare le cartelle in cui copieremo le librerie:
sudo mkdir /opt/amd1
sudo mkdir /opt/amd2
– installare la nuova versione dei driver in modalità full:
sudo amdgpu-install --usecase=workstation --opencl=rocr,legacy --vulkan=amdvlk,pro -y --accept-eula
– se l’installazione finisce con un errore dpkg e non con “Fatto”, riavviate il PC con il kernel precedente (all’avvio tenete premuto il tasto Shift finché compare il menu di grub, con la freccia già selezionate “Opzioni avanzate di Ubuntu”, secndete al kernel precedente e premete invio)
– ripetere il comando precedentemente, andando al kernel ancora precedente se vi dà ancora errore. Quando trovate il kernel giusto, il processo di installazione finisce con “Fatto”. Se va bene, non riavviate. D’ora in poi avvierete sempre su questo kernel, finché non usciranno nuovi driver AMD che magari funzionano col nuovo kernel
– copiare le due cartelle in cui ci sono i driver AMD proprietari:
sudo cp -R /opt/amdgpu-pro/lib/x86_64-linux-gnu/. /opt/amd1/
sudo cp -R /usr/lib/x86_64-linux-gnu/dri/. /opt/amd2/
– disinstallare i driver proprietari AMD:
amdgpu-install --uninstall
– installarli senza le librerie proprietarie:
amdgpu-install --usecase=graphics,hip --opencl=rocr,legacy --vulkan=amdvlk,pro -y --accept-eula
– riavviare normalmente, ricordandosi sempre di avviare il computer con il kernel in cui i driver si sono installati senza dare errori

Ora, ogni volta che si vuole lanciare un’applicazione con i driver full, aprire il terminale e scrivere (tutto in una riga):
LD_LIBRARY_PATH="/opt/amd1" LIBGL_DRIVERS_PATH="/opt/amd2" dri_driver="amdgpu" NOME_DEL_PROGRAMMA

Quindi per esempio per lanciare Resolve:
LD_LIBRARY_PATH="/opt/amd1" LIBGL_DRIVERS_PATH="/opt/amd2" dri_driver="amdgpu" /opt/resolve/bin/resolve

OBS Studio

OBS Studio è l’applicazione principale per chiunque si occupi di registrare tutorial o andare in diretta su una qualsiasi piattaforma di streaming. Esistono mille guide anche in italiano su YouTube su come usarlo bene (è facilissimo da usare ma avendo moltissime funzioni è necessario studiarselo un po’, prima). Per installarlo con tutti i plugin funzionanti occorre installarlo da snap:

sudo snap install obs-studio

Dopodiché, è sufficiente seguire queste istruzioni per poter eseguire tutti i plugin:
https://snapcraft.io/obs-studio

Più istanze di OBS

Per lanciare OBS con impostazioni modificabili quando già un altro OBS è aperto, basta aprire il terminale e scrivere:

obs -p

A che cosa può servire? Se la vostra connessione in upload è ottima, potete andare in diretta contemporaneamente su più piattaforme, per esempio Facebook, Twitch e Youtube, senza dover usare servizi esterni come Restream. Potete utilizzare le stesse fonti e fare regie diverse per ogni piattaforma, oppure utilizzando la virtual camera o NDI potete avere una regia principale che trasmette a più istanze di OBS, ognuna magari con una piccola modifica come il logo della piattaforma, ognuna che manda la diretta a una piattaforma diversa. È anche molto utile per registrare contemporaneamente tracce diverse di una stessa diretta, così da rimontarle poi con calma.

Altri plugin di OBS

Se non vi bastano i plugin installati prima, ricordatevi che abbiamo installato OBS da snap, e quindi la sua cartella non sta nella home sotto .config, ma sta sempre nella home del vostro utente sotto snap/obs-studio/####/.config/plugins (dove #### è un numero di 4 cifre).
Per esempio installiamo “Move transition”, un ottimo plugin che uso molto spesso:
– Scarichiamo la versione per Linux (il tar.gz) da qua: https://obsproject.com/forum/resources/move-transition.913/
– Cerchiamo la cartella obs-studio con la lente che c’è nel file manager: nel mio PC trovo che .config di obs-studio sta in ~/snap/obs-studio/1251/.config e apro direttamente questa cartella
– Se dentro non c’è la cartella plugins la creo
– Dentro a plugins, estraggo la cartella move-transition
D’ora in poi nelle transizioni comparirà anche “Move”.

Da Webcam a IP Cam

Se non si dispone di una telecamera di sorveglianza, si può trasformare la propria webcam in una videocamera di rete.

Scaricare l’ultima versione da qui (sezione “Download”):
https://github.com/gen2brain/cam2ip

Scompattare il file e copiare l’eseguibile cam2ip in /usr/bin
(si può fare comodamente aprendo il file manager da amministratore:)
sudo nautilus

Lanciare l’app:
cam2ip
oppure:
cam2ip -width 1920 -height 1080

Per vedere la webcam, in un browser:
http://localhost:56000/html

Da un altro PC nella stessa rete:
http://IP_DEL_PC:56000/html

Si può aprire anche con VLC, solo che al posto di html bisogna mettere mjpeg

E per finire…

Riaggiorniamo tutto:
sudo apt update && sudo apt full-upgrade -y && sudo snap refresh && sudo flatpak update -y

E poi lanciamo “Supporto Lingue”. Probabilmente ci dirà che mancano dei pezzi e ci chiederà se vogliamo installarli. Diciamogli di sì.
Riavviamo.

Comandi utili

Se si blocca VLC:
killall -9 vlc

Riavviare pulseaudio:
killall -9 pulseaudio

Riavviare Gnome:
Alt+F2, r, Invio

Uso di youtube-dl:
info:
youtube-dl -F (link pagina)
download:
youtube-dl --all-subs -f (formato) (link pagina)

Aggiorna tutto:
sudo apt update && sudo apt full-upgrade -y && sudo snap refresh && sudo flatpak update -y

Trasforma PDF in immagini:
convert documento.pdf immagine.jpg


Se volete rifare questa guida velocemente su un PC nuovo e siete già esperti, ho creato un riassunto di questa guida senza spiegazioni:

Ubuntu 20.04 Post-installazione VELOCE


Guida creata il 10 novembre 2020
Ultimo aggiornamento: 15 aprile 2022
Licenza: © Stefano Droghetti 2020-2022, Creative Commons BY-NC